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Il lago di Quaira , i Pilastri, e la cima Orecchio di Lepre

Abbandonando la strada provinciale verso la fine del lago Zoccolo, in direzione della salita agli impianti del comprensorio dello Schwemmalm, si può proseguire verso il lago di Quaira. La strada sale per circa 7.5 km piuttosto tranquilla fino allo Steinrast, un bar/ristorante molto attivo nella stagione estiva. Gli ultimi 2,5 km sono un po’ più brutti, la strada è sempre un po’ sconnessa ed è aperta solo durante l’estate. Arrivati a circa 2.000 metri termina la strada e si trovano un parcheggio e la malga Kuppelwieser. Da qui è possibile prendere il sentiero 11A ed in circa 50 minuti salire a piedi verso il lago, oppure seguire la mulattiera che, nello stesso tempo, arriva alla diga.

La diga di Quaira è sicuramente la più imponente della valle ed il lago risulta circondato da rilievi importanti. La quota è di 2.250 metri  e, a causa della strada, difficilmente lo si può raggiungere nella stagione invernale. Come tutte le mete della valle risulta essere di passaggio per diversi camminate. Solo da un paio di anni è stato segnato un nuovo sentiero (segnavia 11 A) che collega il lago con la cima del Mutegg (2.658mt , Monte Muta) e che permette quindi il collegamento con il comprensorio dello Schwemmalm. Salendo dal lago è possibile quindi scendere sul versante opposto e, volendo, ridiscendere con la funivia.

Ma dalla mulattiera partono altri sentieri. Uno in particolare è interessante: il sentiero 11. Questo sentiero permette di raggiungere una delle cime più ambite della val d’Ultimo: l’Hasenohr o Orecchia di Lepre. Con i suoi 3.257 metri non è una meta per tutti: dal parcheggio della malga servono più di 4 ore e il percorso è in più punti alpinistico. La vista è impagabile e sicuramente è una delle cime che richiedono più preparazione e allenamento. 

Se il tempo e le forze non permettono di dirigersi verso l’Hasenohr, si può puntare tuttavia ai “Pilastri”. I pilastri (Pfeiler) sono i resti in pietra del canale irriguo di Tarsch che portava l’acqua dalla Val d’Ultimo alla Val Venosta notoriamente meno ricca di acqua. La sella in prossimità dei pilastri è quasi sempre battuta dal vento e offre una vista molto aperta sulla Val Venosta. E’ infatti possibile da qui scendere verso la Val Venosta, andando verso la malga di Tarres o verso quella di Laces. Per ridiscendere invece verso la Kuppelwieser alm si può seguire il sentiero 2A verso il passo di Tarres e poi scendere verso la mulattiera facendo un piccolo anello. Il tratto tra i Pilastri e il passo è abbastanza breve ma leggermente esposto e sempre battuto dal vento.

La Flatschbergalm (2.110 mt)

Ci sono luoghi che riescono a trasmetterci sensazioni ed emozioni forti. Uno di questi è la Flatschberg tal. E’ una piccola valle laterale che si trova oltre Santa Gertrude, proseguendo in direzione Fontana Bianca. Questa valle è particolarmente bella perché gode anche nelle stagioni con giornate più corte di una bellissima luce: il sole entra generoso grazie al suo orientamento, più di quanto faccia nel resto della Val d’Ultimo. E’ attraversata da un torrente che la rende particolarmente piacevole anche nei giorni estivi. Può essere di passaggio qualora si decidesse di fare un giro delle malghe, oppure di cimentarsi nella salita al Tufer Spitz (Cima di Tovo, 3.097 mt).

Ma la passeggiata vale anche solo per una semplice andata e ritorno che abbia come meta la Hintere Flatschbergalm.

la targa della malga

Questa malga, aperta al pubblico e rinnovata nel 2007, è uno di quei luoghi che danno un senso di tranquillità e dove ci si sente sempre ben accolti. La malga ha una storia molto interessante. Nel lontano 1886 il terreno veniva venduto da un proprietario di immobili di Parcines (Val Venosta), al Convento dell’Ordine Teutonico di Lana. Come si legge nel contratto: ” l’Alpe Flatschberg nella parrocchia di St. Gertraud in Ulten, ad Annerwerck, elencato nel Catasto dell’ex tribunale di Ulten sub. N° 480 per 85 capi di bovini, 12 cavalli e 100 capi di pecore; c’è un paddock e un alpeggio chiamato Holemahd; poi ai piedi di questa alpe una contrada in boschi di larici e pini, 100 ettari”.

Sostanzialmente questo territorio è stato ceduto in toto all’Ordine Teutonico di Lana e, da allora, la gestione delle malghe – hintere (2.110mt.) e aussere (1.900mt) – viene affidata secondo un regolare “appalto”.

Dal 2006 la malga è gestita dalla famiglia Schwienbacher (un cognome assai diffuso in Val d’Ultimo), che abita nei masi sottostanti e ha una lunga esperienza sia per quanto riguarda l’attività principale della malga sia per la ristorazione. Solitamente i primi giorni di giugno (o un po’ più avanti negli anni molto freddi come il 2021), una novantina di capi che arrivano anche da piuttosto lontano si aggiungono a quelli della famiglia per passare l’estate sui pascoli. E mentre le mucche sono al pascolo, Irmgard e la figlia Marlen accolgono chi si ferma a mangiare con un sorriso, tanta cordialità e ottimi piatti!

La cucina lascia incantati e offre piatti tipici della tradizione …a km zero.  Se decidete di programmare un giro e di fermarvi alla malga, lasciatevi consigliare sui piatti preparati. I dolci sono veramente il meglio che possiate assaggiare! Se siete fortunati potete trovare lo strudel di mele, di albicocche o un dolce di papavero. I dolci con i semi di papavero in Alto Adige hanno una lunga tradizione e in Val d’Ultimo diversi sono i contadini che hanno l’autorizzazione per coltivarli. Marlen acquista i baccelli dei fiori essiccati e macina i semi in casa per avere la giusta consistenza per i suoi dolci.

Per tutta l’estate l’accoglienza avviene alla malga “alta”, mentre durante l’inverno è possibile fermarsi alla malga “bassa” solo nel fine settimana. Per gli sci alpinisti o per chi vuole slittare è meta di ristoro tanto quanto per i camminatori durante la bella stagione.

Indicazioni: si può lasciare l’auto in prossimità del piccolo parcheggio sulla strada per Fontana Bianca dove si trova il semaforo per gli autobus, oppure poco prima, si prende una stradina sulla destra con l’indicazione del parcheggio. Si sale con una piccola strada e si trova un ampio parcheggio sterrato da cui parte la mulattiera. Il percorso richiede circa un’ora, ma come sempre dipende dall’allenamento. Da provare anche durante l’autunno quando le mucche sono ormai scese dai pascoli e i colori dei boschi si tingono di giallo, ma anche con la neve d’inverno.

Le Malghe

Tra i pascoli della valle si possono trovare numerose malghe che con gli anni sono state sistemate e tante offrono ospitalità per un pasto, alcune anche per il pernottamento. Sono posizionate tra i 1.600 mt. e i 2.300 mt, alcune facilmente raggiungibili con ampie mulattiere, altre richiedono un cammino più lungo e sentieri piuttosto ripidi. Da una decina di anni, con l’arrivo della funivia le malghe del versante nord sono un po’ più affollate perché più facilmente raggiungibili.

Alcune, come la Spitzner Alm (1.856 mt.) sul versante opposto, godono di un panorama molto aperto e una spettacolare vista sulla valle, altre sono più immerse nel bosco e riparate. Tutte valgono una visita. In genere sono aperte da giugno (stagione permettendo) fino alla metà di settembre, in occasione della festa della transumanza, il ritorno dai pascoli.

Ricordate che le malghe NON sono ristoranti in città: il cibo viene preparato al momento ed è a chilometro zero quindi spesso i piatti sono pochi: quelli della tradizione. Non si paga con il bancomat (tranne in pochi casi) e se si vuole mangiare, occorre…pazientare e godersi il panorama!

In Val d’Ultimo quasi sempre si possono trovare canederli, Kaiserschmarren (una frittata dolce con mirtilli rossi), può esserci carne, formaggio, speck e strudel.

Le malghe in Alto Adige hanno origini lontane, dettate dalla ricerca di alpeggi dove le mucche (ma anche pecore e capre e cavalli) potessero mangiare preservando i prati a valle ed evitando di dover integrare il pascolo con foraggio aggiuntivo. Il latte prodotto durante l’estate in alpeggio (così come tutti i prodotti derivati), inoltre è di qualità eccelsa: la varietà delle erbe è incredibilmente maggiore in quota. Molte malghe producono solo latte che viene portato a valle, altre hanno un piccolo caseificio annesso dove il latte viene lavorato sul posto. La provincia autonoma di Bolzano favorisce la gestione compatibile dei pascoli dando premi per la gestione delle malghe e per la produzione di formaggi in loco.

L’Alto Adige conta circa 1.500 malghe di cui circa il 75% di proprietà privata, il rimanente di proprietà di consorzi, enti locali o altri tipi di enti (anche della Chiesa). L’importanza rivestita dalle malghe è indubbia: dal punto di vista naturalistico, ambientale, turistico. Per maggiori informazioni sulle malghe dell’Alto Adige: https://www.provincia.bz.it/agricoltura-foreste/bosco-legno-malghe/default.asp

E per ricordare le buone norme quando si incontrano gli animali in alpeggio, la provincia di Bolzano ha rilasciato questa brochure, scaricabile con il pulsante sottostante sui comportamenti da tenere:

Una passeggiata nel bosco

Se l’idea di raggiungere una cima vi sembra azzardata vi proponiamo una bella passeggiata nel bosco. La lunghezza è di circa 4 chilometri (solo andata) ed il dislivello in salita è di circa 200 metri. Partendo da San Nicolò bisogna raggiungere il ponte sul torrente Valsura e da lì prendere verso destra la strada sterrata che seguendo il sentiero “Ultner Hofeweg” (sentiero dei masi della Val d’Ultimo). Il percorso segue in parte strade forestali e in parte è immerso nel bosco. Lungo il sentiero diversi i punti interessanti che si incontrano. A circa metà strada si trova una casa dall’aspetto un po’ atipico per la zona: è’ Villa Hartungen (vi invitiamo a leggere il post sul turismo) e a pochi passi troverete la bellissima cascata di Klapf (o cascata Hartungen), ora monumento naturale.

L’ultima sorpresa sono i Larici millenari, antiche piante testimonianza della forza della natura vengono considerati le conifere più antiche d’Europa. Dai Larici si ritorna su una strada asfaltata e velocemente si raggiunge Santa Gertrude.

Chi volesse allungare il percorso ha l’imbarazzo della scelta come punto di partenza. Si può partire da Santa Valburga, dalla diga del lago Zoccolo, oppure  da Pracupola, dove il torrente sfocia nel lago Zoccolo, la scelta non manca mai. La passeggiata nel bosco segue il sentiero dei masi, come già accennato, è percorribile quando non c’è la neve. In caso di neve è preferibile seguire la via alta sul versante nord, più battuta soprattutto in alcuni tratti.

I quattro chilometri proposti richiedono circa un’ora e mezza di camminata.

Per i cenni sulla vita del Dottor Hartung si veda http://www.tirolerland.tv/

Per notizie ulteriori sui larici millenari: https://www.ultental-valdultimo.com/it/larici-millenari.html

Le tre cime più panoramiche

Se amate le camminate e volete apprezzare la Val d’Ultimo dall’alto ecco tre proposte per un panorama a metà valle (cima del Sasso), verso la fine (Colle Largo) e alla fine (Chiodo). Le cime richiedono da un’ora e mezza a tre ore di cammino.

Monte Chiodo (Nagelstein 2.469 mt): dislivello circa 600 metri

Questa cima si trova a fondo valle; due le modalità per raggiungerla. La prima è quella di parcheggiare a Fontana Bianca dove finisce la strada e da qui prendere il sentiero 101 (o in alternativa seguire la mulattiera per la malga dei Pini, Fiecht Alm) che in mezzo al bosco vi farà velocemente raggiungere la malga dei Pini. Dalla malga dei Pini in poco più di un’ora (o poco meno se il passo è buono) si arriva, sempre grazie al segnavia 101 alla cima del monte Chiodo. Il percorso è tranquillo e fattibile. L’ultimo pezzo verso la cima, tuttavia, è un po’ insidioso perché il terreno è friabile. La vista ripagherà del cammino. Dal parcheggio ci si impiega circa un’ora e trenta.

La seconda via, per chi volesse fare un percorso più lungo, parte da Santa Gertrude ed è segnata con il numero 109. La partenza si trova a fianco della chiesa di Santa Gertrude e in questo punto l’altitudine è di 1.500 metri quindi il dislivello per la sommità del Chiodo è maggiore. La salita passa per una cima intermedia, il Gonnawand (2.000 metri circa) e poco dopo questa sommità ci si ricongiunge con il 101. Il percorso da Santa Gertrude è piuttosto impegnativo: due ore per i più allenati per percorrere in circa 3 km i 900 metri di dislivello. (Si veda post Instagram).


Colle Largo
(Breitbühel 2.287 mt): dislivello circa 800 metri

Ed ecco una “cima” non molto frequentata che regala grandi soddisfazioni a livello di panorama.  Il percorso parte da Santa Gertrude, a fianco del parco visite del Parco Nazionale dello Stelvio. Il sentiero da seguire è il numero 15 che sale abbastanza ripido in mezzo ai boschi e non presenta particolari difficoltà. La cima, pur non essendo particolarmente alta, offre un panorama di largo respiro sulla valle. E’ possibile effettuare il ritorno seguendo il sentiero n.15 fino alla Londai Alm (2.080 mt) e poi il n.16 fino a tornare sulla strada provinciale circa 2 chilometri prima di Santa Gertrude.

La cima del Sasso

La cima del Sasso (Peilstein 2.542 mt): dislivello circa 800 metri partendo dai “masi Sirmian”

Il percorso sicuramente più faticoso, ma forse anche più di soddisfazione dal punto di vista della camminata, è quello del “Sasso”. Potete ammirare questa cima quando siete a passeggiare sulla diga del lago Zoccolo: guardando in direzione del versante Nord si trova esattamente lì sopra, posto a dominare il lago. La partenza più classica per il cammino è quello dai masi Sirmian: un gruppo di case a cui si arriva partendo dall’inizio del paese di Santa Valburga. Dai masi si segue il sentiero n.10a e successivamente il n.10. Il cammino parte piuttosto ripido fino ad arrivare ad una delle malghe più alte della Val d’Ultimo: la Marschnell Alm (2.212 mt).

Qui si congiungono diversi sentieri alternativi a quello proposto che salgono da altri punti della valle e che possono essere presi in considerazione per il ritorno. Dalla malga parte lo stacco finale verso la vetta. La vegetazione si dirada, e piano piano il panorama fa bella mostra di sé

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La Val d’Ultimo in Estate

La montagna in estate è un’emozione continua. La Val d’ultimo offre circa 600 km di sentieri segnati e, dalle tranquille passeggiate attorno ai laghi, alle malghe, dalle cime più accessibili a quelle più insidiose, la scelta per le camminate è veramente vasta. Ma, che dire, anche semplicemente sedersi su una panchina a leggere contemplando il panorama in alcuni momenti risulta essere un ottimo toccasana.

Per salire in quota si può scegliere tra una molteplicità di mete che si dividono sostanzialmente in versante settentrionale e versante meridionale.

Il primo, denominato anche Catena del Gioveretto, si estende da Monte San Vigilio e l’Altopiano di Naturno a Ovest fino alle cime del gruppo Gruppo dell’Ortles e Cevedale a est. Questo versante divide la valle dalla vicina Val Venosta e nella parte più estrema dalla Val Martello, e la accompagna fin nel Parco Naturale dello Stelvio. Le cime sono generalemente sopra i 2.000 metri, per arrivare agli oltre 3.400 metri di cima Sternai e del Gioveretto.

Il versante meridionale è segnato dalla catena delle Maddalene e divide la Val d’Ultimo dal Trentino e, in particolare, dall’Alta Val di Non (o Val di Non di lingua tedesca) e dalla Valle di Rabbi. Da questo lato non si superano i 3.000 metri ma questo versante ha la caratteristica di salire molto ripido e per raggiungere le cime è necessario partire da quote relativamente basse.

Senza inerpicarsi e voler raggiungere cime è tuttavia possibile seguire il sentiero che su entrambi i versanti troviamo con il nome di Sentiero di Ultimo (“Ultner Talweg”) da San Pancrazio al Lago Zoccolo e con il nome di sentiero dei masi (“Ultner Höfeweg”) da Pracupola a Santa Gertrude. Questi sentieri formano un anello e permettono di scegliere la lunghezza della passeggiata. Solo il Sentiero dei Masi, se percorso nella sua interezza, rappresenta una camminata di più di 17 chilometri, per lo più in mezzo ai boschi e senza affrontare particolari difficoltà tecniche. Qualsiasi siano le passeggiate che si scelgono vale sempre la pena di essere accompagnati dalle mappe Tabacco: sempre aggiornate, sono un indispensabile strumento per orientarsi tra sentieri e mulattiere. I sentieri sono ovunque segnalati molto bene ed è sempre bene non abbandonarli. Seguiteci e a poco a poco vi sveleremo mete e passeggiate per tutti i gusti.

La Val d’Ultimo in Inverno

L’inverno in Val d’Ultimo è caratterizzato dalle poche ore di sole che riescono a filtrare, data la conformazione molto stretta della Valle e il suo orientamento. Per godere appieno delle ore di luce però è sufficiente salire allo Schwemmalm, il comprensorio sciistico che dagli anni ’80 è cresciuto fino a contare 25 chilometri di piste. La vista è spettacolare e mentre gli appassionati di sci da discesa possono lanciarsi su piste che salgono fino a 2.600 metri, i loro accompagnatori possono tranquillamente rilassarsi nei bar/ristoranti che si trovano in quota. Dalla località di Pracupola (Kuppelwies) è possibile servirsi dell’ampio parcheggio e utilizzare la cabinovia che in pochi minuti permette di superare un dislivello di circa 1.000 metri. Per maggiori informazioni sul comprensorio: http://www.schwemmalm.info/

Ma per chi ama i luoghi meno affollati ma non rinuncia allo sport,la valle offre un meraviglioso anello da fondo che immerso nei boschi, segue il torrente Valsura dal lago Zoccolo a Santa Gertrude. La pista da fondo è sempre ben tenuta e il tracciato, che resta per lo più in ombra, almeno fino a stagione inoltrata, si mantiene ben innevato…quando la stagione lo permette. Negli anni in cui la neve si fa inutilmente attendere, il panorama cambia radicalmente e in questo caso ci si sbizzarrire nella scelta delle passeggiate. Nel fine settimana si può percorrere la mulattiera per raggiungere la malga Flatschberg dove, su prenotazione, la cucina è aperta anche di inverno. Con la neve è una meta di sicuro divertimento anche per slitte e sci alpinismo.

La val d’Ultimo in Autunno

Lago Zoccolo in autunno

L’autunno è un momento magico per lasciarsi affascinare dai colori e per essere rapiti da giornate di sole che non hanno nulla da invidiare a tante giornate estive. I larici si infiammano e il caldo giallo dei loro aghi si alterna al verde dei cirmoli e degli abeti creando un’alternanza di colori da togliere il fiato. Al mattino l’umidità dal terreno sale lentamente creando una nebbiolina che fa pensare di essere immersi in una atmosfera irreale.

E’ il momento in cui si trovano meno turisti, le malghe sono ormai chiuse come pure gli impianti di risalita (o per lo meno in chiusura), e anche molti alberghi si concedono il meritato riposo e la calma regna sovrana. Se la stagione è stata buona ci si può ancora imbattere in qualche fungo nel bosco o raggiungere qualche cima.

Autunno con neve in Val d'ultimo
Shusterhutte – 1

Per le passeggiate resta l’imbarazzo della scelta: meteo permettendo, tutte le cime sotto i 3.000 metri sono in genere raggiungibili. Il sentiero dei masi, il lago di Fontana Bianca, i larici millenari, la chiesa di Sant’Elena sono invece tutte passeggiate per una vacanza slow, per godere dei colori e dell’atmosfera. E’ un periodo, come del resto la primavera, dove il meteo è in grado di sorprendere: neve a quote relativamente basse, neve ad alta quota (per effetti di colore nel panorama da non perdere), oppure caldo quasi estivo o ancora piogge torrenziali. Qualsiasi sia la prospettiva meteo le cose da fare e da vedere non mancano.

La val d’Ultimo in Primavera

La primavera è la stagione più mutevole e imprevedibile per eccellenza. Abbiamo visto neve a Pasqua, giornate estive in marzo, inizi di giugno con piogge gelide…insomma se volete passare in valle durante la primavera, siate pronti a tutto!

Quando la neve inizia a scomparire però il paesaggio inizia a colorarsi e il giallo del tarassaco (nei ristoranti viene fatto un menù per la “settimana del tarassaco”) o i delicati viola dei crocus invadono lentamente i prati. Spesso in buona parte della valle si trova ancora ghiaccio, il versante meridionale, in particolare, resta tutto l’inverno in ombra e questo fa si che il risveglio della natura sia più lento. Molti dei sentieri non sono percorribili e alcuni proprietari terrieri approfittano della stagione per tagliare alberi che finiscono sulle passeggiate più a bassa quota. Negli anni in cui le nevicate sono state più abbondanti è possibile sciare fino a Pasqua, in caso contrario gli impianti iniziano prima di Pasqua il periodo di chiusura che precede l’apertura estiva. In ogni caso in genere è un periodo molto tranquillo, nonché assolutamente imprevedibile!

Primavera in Val d'Ultimo

Cosa si può fare quindi in primavera? Se la neve lo permette, sciare (discesa o fondo che sia), passeggiare sempre e comunque: uno su tutti, il sentiero dei masi, almeno sulla via alta tra Pracupola e Santa Gertrude è in genere sempre percorribile. Una passeggiata ai larici millenari, visitare le bellissime ed antiche chiese della valle, così come i musei.

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