Nell’ultimo paese alla fine della valle, Santa Gertrude, ad una altitudine di circa 1.500 metri troviamo il centro visite del Parco dello Stelvio (Lahnersäge). Forse non tutti sanno, infatti, che la parte più estrema della Val d’Ultimo rientra nel Parco Nazionale dello Stelvioche si sviluppa attorno al Gruppo dell’Ortles Cevedale e che vede le sue origini nel lontano 1935. Il parco comprende 23 comuni, di cui 10 in Alto Adige: solo l’Alto Adige ha cinque centri visitatori, ognuno dei quali incentrato su un diverso tema. Il centro visite Lahnersäge è incentrato sul tema del bosco e delle sue funzioni vitali. I temi toccano l’interazione con l’uomo e con la fauna e il ciclo vitale del legno. Per questo è di grande importanza anche la segheria veneziana, vecchia di 200 anni restaurata e messa in funzione a scopo dimostrativo una volta alla settimana. Presso il centro, i visitatori hanno la possibilità di camminare attraverso gli habitat virtuali del Parco Nazionale dello Stelvio e scoprire le singolari caratteristiche di questo immenso parco naturale. Oltre all’esposizione permanente si avvicendano esposizioni temporanee come Fiori, Piante e vita (2023/2024).
Nel parco si possono avvistare parecchie specie di animali come cervi, marmotte, rapaci, camosci, anche se riuscire a vedere tutte le oltre 260 specie (senza contare gli invertebrati) che vivono nel parco risulterà molto difficile!
Nel Parco dello Stelvio, che coinvolge anche alta Lombardia e Trentino, vivono circa 64.000 abitanti residenti. Tante le piccole aziende agricole che convivono con le regole del parco, rispettando i cicli della natura, i pascoli si rivelano una fonte preziosa per l’uomo ma hanno anche un valore inestimabile per la conservazione della diversità del paesaggio e dell’ambiente, e non da ultimo per la cura del paesaggio e la sicurezza. La convivenza dell’uomo con la fauna e la flora che circondano l’Ortles può funzionare solo se la popolazione, spesso attiva nell’agricoltura, nell’allevamento e nel turismo, rispetta ed elabora insieme le regole e vi si attiene.
Il centro rappresenta una tappa immancabile per chi ama la natura, per chi vuole conoscere gli sforzi della gestione per la conservazione di questo incredibile patrimonio naturale e piacerà soprattutto ai bambini. Il centro inoltre organizza escursioni guidate sia d’estate che d’inverno, alla scoperta di animali e natura.
Per maggiori informazioni sul Parco Nazionale dello Stelvio, flora, fauna, progetti e sulle sue attività: https://www.parconazionale-stelvio.it/it/il-parco-nazionale.html
Se siete appena arrivati in Val d’Ultimo o avete in programma di passarci qualche giorno, c’è una passeggiata che potete sempre fare: in tutte le stagioni, a tutte le età, a piedi, con il passeggino, con il cane o in bicicletta. E’ la passeggiata attorno al lago Zoccolo.
Come abbiamo già visto, il lago Zoccolo, che si trova a 1.140 metri s.l.m, è l’invaso più grande della Val d’Ultimo e ne è diventato sempre più il fulcro, avendo a valle il paese più popoloso della Val d’Ultimo, Santa Valburga, e, a monte, la stazione della funivia con un ampio parcheggio disponibile.
Appena superata Santa Valburga si trova comodo il parcheggio in prossimità della diga. Lo sbarramento, lungo poco più di 500 metri è percorribile a piedi e dopo averlo percorso ci si trova sulla destra la strada forestale. Questa è lunga circa 3.7 km, è completamente in piano ed è fiancheggiata da un ripido bosco di larici e abeti. Numerosi i punti di sosta su tutto il tragitto. Panchine, tavoli, sculture artistiche, cartelli con le indicazioni di erbe e una vasca per il percorso Kneipp.
La strada è piacevole in tutte le stagioni ed è tranquillamente percorribile anche da passeggini e carrozzelle (tranne nel caso di troppa neve). A circa metà della strada forestale si trova un antico mulino ad acqua che durante l’estate viene messo in funzione una volta alla settimana (informazioni presso l’ente turismo).
Continuando, superata una sbarra, ci si trova sulla destra il ponte sul torrente Valsura: è necessario prendere il ponte per intraprendere la via del ritorno. Dopo il ponte si gira a destra e superato il maneggio si arriva alla provinciale. Il sentiero è segnato come SEEWEG (sentiero del lago).
Volendo è possibile ritornare con il bus. La fermata si trova di fronte alla stazione della funivia in località Pracupola oppure di fronte al ristorante Kuppelwies. Se si intraprende il ritorno, l’anello si chiude con una strada ciclabile che costeggia la provinciale per tornare alla diga.
La nuova ciclabile che costeggia la provinciale e il lagoLa diga verso Santa Valburga risulta mimetizzata
Oggi vi presentiamo una camminata con un percorso ad anello, da fare se allenati ed abituati alle escursioni. Il percorso è di circa 19 km. totali con un dislivello di 1.000 metri in salita e circa 1.500 di discesa con l’ausilio dei bus navetta per il rientro.
Ma entriamo nel dettaglio. La partenza è al parcheggio del lago di Fontana Bianca e la cima è quella del Collecchio (Gleck) a 2.997 metri, il rientro previsto con passaggio per la val di Rabbi, è a Santa Gertrude, da dove poi si può tornare a Fontana Bianca con il bus.
Partendo dal parcheggio di Fontana Bianca (che fino ad autunno inoltrato è servito da un comodo bus navetta da Santa Gertrude), si segue il sentiero n.103 in direzione della cima del Collecchio. La cima richiede dalle tre alle quattro ore a seconda dell’allenamento. Il percorso è assolutamente affascinante. Un primo stacco di 200 metri e ci si trova in una radura ricca di corsi di acqua e a due passi dal piccolo bacino artificiale del Fishersee (lago dei pescatori). Da qui si procede sul sentiero n. 107 e con un secondo stacco si arriva ad un altro laghetto naturale in prossimità di OberWeissbrunn.
Da qui una salita dolce ma lunga e continua permette di attraversare il Pian dei Cavalli dove si trova un altro lago alpino (il Lago Lungo) e si sale seguendo a distanza il corso d’acqua fino al lago Nero. Un ulteriore stacco piuttosto ripido porta ai 2.800 metri del Giogo Nero (da cui si può scollinare e proseguire per la Val di Rabbi e arrivare al rifugio Dorigoni). Un ultimo sforzo e in un quarto d’ora si tocca finalmente la croce. La vista merita tutta la fatica.
Dalla croce…è tutta in discesa! Si prosegue per il sentiero n.145 scollinando verso la Val di Rabbi. In circa un’ora di discesa per un percorso molto panoramico dove si incontrano diversi laghi, si arriva al rifugio lago Corvo e da qui si sale leggermente per il passo Rabbi e inizia il rientro verso l’Alto Adige seguendo il segnavia n. 108. Il ritorno è piuttosto lungo e dopo un inizio sul sentiero in discesa si imbocca la lunga mulattiera che attraversa la Kirchbergtal e che conduce a Santa Gertrude. Il percorso in discesa richiede dalle due alle tre ore, dipende sempre dal passo. Il bus passa in prossimità dell’incrocio tra la strada per Santa Gertrude e quella per Fontana Bianca.
Una alternativa: prima di incontrare il rifugio ci si imbatte in un incrocio con il sentiero n. 12. Seguendo questo sentiero si torna in quota e si scollina in prossimità del giogo di Montechiesa (2.789 mt.) per ricongiungersi al sentiero fatto all’andata in prossimità del lago Lungo.
Perché questo giro e per chi. Il giro attraversa il Pian dei Cavalli che è un posto assolutamente affascinante. Siamo in pieno Parco Nazionale dello Stelvio e oltre al panorama e alla corona di montagne che chiudono il piccolo altopiano spesso le marmotte fanno bella mostra di sé e, se si è fortunati, si possono incontrare anche ungulati. La bellezza sta anche nei numerosi laghi alpini che si incontrano sia sul versante della Val d’Ultimo sia su quello trentino.
Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche per gli escursionisti abituati alla montagna, non ci sono punti esposti o particolarmente brutti da affrontare, tuttavia la lunghezza e il dislivello lo rendono sicuramente impegnativo e da fare quando l’allenamento è buono. La sola salita è di circa 7 km ma indubbiamente anche la lunga discesa si fa sentire. L’alternativa, se si decide di tornare dopo essere arrivati al Gleck, è scendere a Fontana Bianca prendendo il sentiero n. 12 scendendo verso il lago Lungo e di passare per il rifugio Canziani. Attenzione perché il tratto di collegamento verso il Canziani è in alcuni punti esposto.
Il sentiero dei masi è un percorso escursionistico che, come nient’altro nella valle, può far immergere nella storia e nelle tradizioni del luogo. Si tratta di un percorso ad anello, che richiede dalle 4 alle 6 ore di camminata, a seconda del livello di allenamento, ma che gli atleti superallenati che partecipano all’Höfelauf (la corsa dei masi) percorrono in poco più di un’ora! Nell’edizione del 2022 il primo classificato ha segnato un tempo di 1 ora e 10 minuti!
Ma torniamo sui nostri passi e…alla nostra velocità! La bellezza del sentiero dei masi sta nel fatto che è facilmente percorribile da chiunque ami camminare: si può fare a tappe e alcuni tratti possono essere percorsi tutto il tempo dell’anno. Per chi fosse nuovo della valle, il suggerimento è quello di percorrerlo con calma, a più riprese per godere del panorama e ammirare i masi che, come suggerisce il nome del sentiero, si trovano lungo la via. Masi vecchi, in alcuni casi antichi, costruiti in pietra o mattoni e legno, con i classici tetti coperti dalle scandole in larice, tutti con una storia da raccontare. La via dei masi segue uno dei vecchi sentieri che si faceva in valle prima dell’arrivo delle strade: una pietra riporta una incisione con la data 1831.
Il percorso parte da Pracupola e arriva a Santa Gertrude e si percorre in genere in salita all’andata, stando alla destra della provinciale, e in discesa al ritorno sulla parte più ombrosa della valle e più immersa nel bosco. La parte in salita è quella dove si trovano più masi, è la parte che più è esposta ai raggi solari e quindi la più abitata. Il ritorno permette di passare a fianco dei larici millenarie alla cascata di Clapa, nonché a Villa Hartung.
Il tratto sul lato destro che va da San Nicolò a Santa Gertrude è stato riaperto solo nella primavera del 2023 perché è stata la zona della valle più colpita dalla tempesta Vaia del 2018.
La violenza della tempesta ha abbattuto talmente tanti alberi da rendere a lungo inagibile buona parte del sentiero, creando un danno ecologico ed economico notevole. Il lavoro e le opere effettuate in cinque anni sono stati notevoli: non solo il ripristino del sentiero con la messa in sicurezza dei masi, ma anche la creazione di “valli” che proteggano i masi sottostanti da future valanghe e cadute. La vegetazione ancora fatica a crescere e il panorama è mutato in maniera sensibile rispetto a come era prima di Vaia. Quando si cammina sui sentieri di montagna, che siano in quota o più bassi bisognerebbe sempre ricordare che lo sforzo di chi ci abita e di chi ci lavora è costante, con qualsiasi condizione metereologica. Essere stati in Val d’Ultimo (così come in tanti altri posti in Trentino e in Alto Adige) durante la tempesta fa capire come amare la montagna sia qualcosa che coinvolge a 360 gradi, con pioggia, neve, gelo, sole o vento, e fa capire anche quanto l’ambiente sia vulnerabile quando accadono eventi così estremi.
Percorso, altitudine e tempi
Pracupola (1145 m) – S. Nicolò (1262 m): 3,5 km. circa – tempo con passo tranquillo 1.00 ora
San Nicolò – Santa Gertrude (1395 m): 5 km, circa – 1 ora e 40
Pracupola – S. Gertrude – Pracupola: 17.626 m – 5 ore e 30
Note: se si volesse fare solo un tratto ricordiamo che da qualsiasi punto si decida di scendere sulla provinciale si troverà vicino ad una fermata degli autobus che passano di frequente.
Si ricorda anche che, volendo, il sentiero parte già da San Pancrazio con il nome di Ultner Talweg (sentiero della valle). Per i camminatori molto allenati si tratta di più di 9 chilometri con circa 600 metri di dislivello (il sentiero è un continuo saliscendi) per arrivare a Santa Valburga in circa 3 ore. Si può quindi proseguire verso Pracupola dove il Talweg finiscce nel sentiero dei masi.
Per quanto riguarda i bambini il percorso è consigliato anche ai piccoli, quello che si sconsiglia è invece il passeggino.
Percorrendo tutta la valle sino al punto più estremo si raggiunge il lago di Fontana Bianca (1.900 mt) dove i parcheggi non mancano e nemmeno le possibilità di scelta per le camminate. Il lago è una meta piena di fascino in tutte le stagioni e anche solo passeggiare attorno alle rive è già una escursione piacevole. In autunno, in particolare, i colori e la calma permettono passeggiate in pieno relax. Siamo in pieno Parco Nazionale dello Stelvio.
Tuttavia, si sa, la stagione delle camminate è l’estate, e dal lago la scelta dei percorsi è estremamente varia e per tutte le…gambe! La passeggiata più semplice è quella che si può fare per la malga dei Pini e poi raggiungere il lago dei Pescatori. Ma ecco delle proposte un po’ più impegnative.
Prima proposta: Il lago Verde e il rifugio Canziani
Partendo da Fontana Bianca è necessario seguire il sentiero n. 140 e con circa 2 ore di camminata si raggiungono i 2.500 metri del Lago Verde. Durante l’estate è aperto il rifugio Canziani che è l’unico rifugio della Val d’Ultimo: di proprietà del CAI di Milano è gestito da Dominikus e Rodolfo che da anni accolgono i camminatori di passaggio con buon cibo e volendo è possibile anche pernottare. Attorno al lago si innalzano le cime più alte della valle: cima Sternai e il Gioveretto che con i loro 3.400 metri e i loro ghiacciai dominano e segnano il confine della Val d’Ultimo. Per raggiungere queste cime è necessario o per lo meno è consigliabile e prudente, rivolgersi alle guide alpine. Fatta la tappa al rifugio si può proseguire con un percorso ad anello ed evitare di scendere per la stessa strada. Prendendo il sentiero segnato con il 12 si sta quasi in quota girando attorno alla montagna fino a raggiungere il sentiero numero 107. Fino all’incrocio del 12 con il 107 il sentiero è per lo più agevole ma in alcuni punti risulta molto stretto ed esposto. Se si ha fortuna, fermandosi quando si sente il richiamo della marmotta, non sarà difficile avvistarne un esemplare. Tutta questa zona rientra nel Parco nazionale dello Stelvio e gli animali non mancano. All’incrocio con il 107 si inizia la discesa passando per il lago Lungo, si passa a fianco del lago dei Pescatori e si torna a Fontana Bianca.
Nota: se si è con bambini poco abituati alla montagna occorre prestare molta attenzione al sentiero n. 12, al contrario, salendo e scendendo dal 140 non sussistono problemi.
Seconda proposta: le malghe
Usufruendo dei mezzi della valle (funivia e bus) è possibile fare un giro delle malghe che parte da sopra Fontana Bianca e procede fino alla stazione a monte della funivia. Il percorso può essere lungo a piacere, perchè ad ogni malga è possibile scendere verso la provinciale e trovare il bus. Il percorso intero richiede oltre 6 ore (allenati) ed è un continuo alternarsi di sali e scendi, ma come già detto, è bello perchè si può decidere di interromperlo scendendo verso la provinciale da diversi sentieri (è sempre bene essere muniti di mappa dei sentieri).
Vediamo le prime malghe raggiungibili. Da Fontana Bianca si prende il sentiero n. 102 (che poco dopo si raccorda con il n. 12) in direzione della Pilsberg alm. In circa un’ora si possono raggiungere in successione a distanza di poco una dall’altra la malga Innere Pilsberg e la Aussere Pilsberg. Il sentiero è ampio, non pone particolari difficoltà, il dislivello è di circa 250 metri. Proseguendo altri 15 minuti circa sul sentiero n. 12 si può raggiungere la malga Tufer: si trova in un bel pianoro a 2.099 mt.
Da qui si può proseguire sul sentiero per un’altra ora circa, attraversando uno splendido bosco di cirmoli, praticamente restando sulla stessa quota per una ulteriore ora fino a raggiungere la la malga Flatschberg dove è possibile fermarsi e ristorarsi. Da qui ci si trova a poco più di due ore da Fontana Bianca ma se si vuole chiudere il giro è possibile scendere dalla mulattiera in direzione della strada per Fontana Bianca dove sarà possibile prendere il bus.
Volendo invece continuare, è possibile raggiungere la malga Schusterhutte (2.310 mt), forse la più piccola malga della valle dove è possibile mangiare, sicuramente la più alta come altitudine. Circa un’ora è il tempo che serve tra le due malghe ed il panorama è molto bello. Da quest’ultima si chiude il giro con la Innere e la Aussere Schwemmalm per poi scendere con la funivia. Serviranno però almeno due ore e trenta per arrivare a queste ultime malghe.
Partendo da Fontana Bianca si prende il sentiero 107, in direzione del lago dei Pescatori, si sale costeggiando i laghetti di Ober Weissbrun (letteralmente “sopra Fontana Bianca”), si prosegue per oltre un chilometro e mezzo in una bellissima vallata fino a costeggiare il lago Lungo. Dopo il lago, il sentiero inizia a prendere una pendenza più importante, si passano altri due laghetti dove solitamente vengono lasciati pascolare cavalli (Pian dei Cavalli) il lago di Collecchio e il lago Nero e, dopo uno stacco piuttosto ripido, si raggiunge il passo del Giogo Nero a 2.825 metri. Qui il 107 permette di “scollinare” e di raggiungere la Val di Rabbi nella sua parte più estrema. Il sentiero collega infatti con il rifugio Silvio Dorigoni in Val Saént, alla fine della Val di Rabbi.
Ma volendo raggiungere la nostra vetta con un ultimo sforzo, sulla sinistra il segnavia 145 ci condurrà sulla cima del Collecchio. Con i suoi quasi 3.000 metri domina una corona di montagne e in contemporanea la parte alta della Val d’Ultimo e della Val di Rabbi ma se si è fortunati con il meteo la vista può spaziare dal gruppo Ortles all’Adamello. Da Fontana Bianca bisogna considerare dalla 3 alle 4 ore (dipende sempre dal grado di allenamento. Oltre al dislivello il percorso è infatti piuttosto lungo ma vale ogni istante per il paesaggio.
Abbandonando la strada provinciale verso la fine del lago Zoccolo, in direzione della salita agli impianti del comprensorio dello Schwemmalm, si può proseguire verso il lago di Quaira. La strada sale per circa 7.5 km piuttosto tranquilla fino allo Steinrast, un bar/ristorante molto attivo nella stagione estiva. Gli ultimi 2,5 km sono un po’ più brutti, la strada è sempre un po’ sconnessa ed è aperta solo durante l’estate. Arrivati a circa 2.000 metri termina la strada e si trovano un parcheggio e la malga Kuppelwieser. Da qui è possibile prendere il sentiero 11A ed in circa 50 minuti salire a piedi verso il lago, oppure seguire la mulattiera che, nello stesso tempo, arriva alla diga.
La diga di Quaira è sicuramente la più imponente della valle ed il lago risulta circondato da rilievi importanti. La quota è di 2.250 metri e, a causa della strada, difficilmente lo si può raggiungere nella stagione invernale. Come tutte le mete della valle risulta essere di passaggio per diversi camminate. Solo da un paio di anni è stato segnato un nuovo sentiero (segnavia 11 A) che collega il lago con la cima del Mutegg (2.658mt , Monte Muta) e che permette quindi il collegamento con il comprensorio dello Schwemmalm. Salendo dal lago è possibile quindi scendere sul versante opposto e, volendo, ridiscendere con la funivia.
Ma dalla mulattiera partono altri sentieri. Uno in particolare è interessante: il sentiero 11. Questo sentiero permette di raggiungere una delle cime più ambite della val d’Ultimo: l’Hasenohr o Orecchia di Lepre. Con i suoi 3.257 metri non è una meta per tutti: dal parcheggio della malga servono più di 4 ore e il percorso è in più punti alpinistico. La vista è impagabile e sicuramente è una delle cime che richiedono più preparazione e allenamento.
Se il tempo e le forze non permettono di dirigersi verso l’Hasenohr, si può puntare tuttavia ai “Pilastri”. I pilastri (Pfeiler) sono i resti in pietra del canale irriguo di Tarsch che portava l’acqua dalla Val d’Ultimo alla Val Venosta notoriamente meno ricca di acqua. La sella in prossimità dei pilastri è quasi sempre battuta dal vento e offre una vista molto aperta sulla Val Venosta. E’ infatti possibile da qui scendere verso la Val Venosta, andando verso la malga di Tarres o verso quella di Laces. Per ridiscendere invece verso la Kuppelwieser alm si può seguire il sentiero 2A verso il passo di Tarres e poi scendere verso la mulattiera facendo un piccolo anello. Il tratto tra i Pilastri e il passo è abbastanza breve ma leggermente esposto e sempre battuto dal vento.
Tra i pascoli della valle si possono trovare numerose malghe che con gli anni sono state sistemate e tante offrono ospitalità per un pasto, alcune anche per il pernottamento. Sono posizionate tra i 1.600 mt. e i 2.300 mt, alcune facilmente raggiungibili con ampie mulattiere, altre richiedono un cammino più lungo e sentieri piuttosto ripidi. Da una decina di anni, con l’arrivo della funivia le malghe del versante nord sono un po’ più affollate perché più facilmente raggiungibili.
Alcune, come la Spitzner Alm (1.856 mt.) sul versante opposto, godono di un panorama molto aperto e una spettacolare vista sulla valle, altre sono più immerse nel bosco e riparate. Tutte valgono una visita. In genere sono aperte da giugno (stagione permettendo) fino alla metà di settembre, in occasione della festa della transumanza, il ritorno dai pascoli.
Ricordate che le malghe NON sono ristoranti in città: il cibo viene preparato al momento ed è a chilometro zero quindi spesso i piatti sono pochi: quelli della tradizione. Non si paga con il bancomat (tranne in pochi casi) e se si vuole mangiare, occorre…pazientare e godersi il panorama!
In Val d’Ultimo quasi sempre si possono trovare canederli, Kaiserschmarren (una frittata dolce con mirtilli rossi), può esserci carne, formaggio, speck e strudel.
Le malghe in Alto Adige hanno origini lontane, dettate dalla ricerca di alpeggi dove le mucche (ma anche pecore e capre e cavalli) potessero mangiare preservando i prati a valle ed evitando di dover integrare il pascolo con foraggio aggiuntivo. Il latte prodotto durante l’estate in alpeggio (così come tutti i prodotti derivati), inoltre è di qualità eccelsa: la varietà delle erbe è incredibilmente maggiore in quota. Molte malghe producono solo latte che viene portato a valle, altre hanno un piccolo caseificio annesso dove il latte viene lavorato sul posto. La provincia autonoma di Bolzano favorisce la gestione compatibile dei pascoli dando premi per la gestione delle malghe e per la produzione di formaggi in loco.
L’Alto Adige conta circa 1.500 malghe di cui circa il 75% di proprietà privata, il rimanente di proprietà di consorzi, enti locali o altri tipi di enti (anche della Chiesa). L’importanza rivestita dalle malghe è indubbia: dal punto di vista naturalistico, ambientale, turistico. Per maggiori informazioni sulle malghe dell’Alto Adige: https://www.provincia.bz.it/agricoltura-foreste/bosco-legno-malghe/default.asp
E per ricordare le buone norme quando si incontrano gli animali in alpeggio, la provincia di Bolzano ha rilasciato questa brochure, scaricabile con il pulsante sottostante sui comportamenti da tenere:
Se amate le camminate e volete apprezzare la Val d’Ultimo dall’alto ecco tre proposte per un panorama a metà valle (cima del Sasso), verso la fine (Colle Largo) e alla fine (Chiodo). Le cime richiedono da un’ora e mezza a tre ore di cammino.
Monte Chiodo (Nagelstein2.469 mt): dislivello circa 600 metri
Questa cima si trova a fondo valle; due le modalità per raggiungerla. La prima è quella di parcheggiare a Fontana Bianca dove finisce la strada e da qui prendere il sentiero 101 (o in alternativa seguire la mulattiera per la malga dei Pini, Fiecht Alm) che in mezzo al bosco vi farà velocemente raggiungere la malga dei Pini. Dalla malga dei Pini in poco più di un’ora (o poco meno se il passo è buono) si arriva, sempre grazie al segnavia 101 alla cima del monte Chiodo. Il percorso è tranquillo e fattibile. L’ultimo pezzo verso la cima, tuttavia, è un po’ insidioso perché il terreno è friabile. La vista ripagherà del cammino. Dal parcheggio ci si impiega circa un’ora e trenta.
La seconda via, per chi volesse fare un percorso più lungo, parte da Santa Gertrude ed è segnata con il numero 109. La partenza si trova a fianco della chiesa di Santa Gertrude e in questo punto l’altitudine è di 1.500 metri quindi il dislivello per la sommità del Chiodo è maggiore. La salita passa per una cima intermedia, il Gonnawand (2.000 metri circa) e poco dopo questa sommità ci si ricongiunge con il 101. Il percorso da Santa Gertrude è piuttosto impegnativo: due ore per i più allenati per percorrere in circa 3 km i 900 metri di dislivello. (Si veda post Instagram).
Colle Largo (Breitbühel2.287 mt): dislivello circa 800 metri
Ed ecco una “cima” non molto frequentata che regala grandi soddisfazioni a livello di panorama. Il percorso parte da Santa Gertrude, a fianco del parco visite del Parco Nazionale dello Stelvio. Il sentiero da seguire è il numero 15 che sale abbastanza ripido in mezzo ai boschi e non presenta particolari difficoltà. La cima, pur non essendo particolarmente alta, offre un panorama di largo respiro sulla valle. E’ possibile effettuare il ritorno seguendo il sentiero n.15 fino alla Londai Alm (2.080 mt) e poi il n.16 fino a tornare sulla strada provinciale circa 2 chilometri prima di Santa Gertrude.
La cima del Sasso (Peilstein2.542 mt): dislivello circa 800 metri partendo dai “masi Sirmian”
Il percorso sicuramente più faticoso, ma forse anche più di soddisfazione dal punto di vista della camminata, è quello del “Sasso”. Potete ammirare questa cima quando siete a passeggiare sulla diga del lago Zoccolo: guardando in direzione del versante Nord si trova esattamente lì sopra, posto a dominare il lago. La partenza più classica per il cammino è quello dai masi Sirmian: un gruppo di case a cui si arriva partendo dall’inizio del paese di Santa Valburga. Dai masi si segue il sentiero n.10a e successivamente il n.10. Il cammino parte piuttosto ripido fino ad arrivare ad una delle malghe più alte della Val d’Ultimo: la Marschnell Alm (2.212 mt).
Qui si congiungono diversi sentieri alternativi a quello proposto che salgono da altri punti della valle e che possono essere presi in considerazione per il ritorno. Dalla malga parte lo stacco finale verso la vetta. La vegetazione si dirada, e piano piano il panorama fa bella mostra di sé
L’autunno è un momento magico per lasciarsi affascinare dai colori e per essere rapiti da giornate di sole che non hanno nulla da invidiare a tante giornate estive. I larici si infiammano e il caldo giallo dei loro aghi si alterna al verde dei cirmoli e degli abeti creando un’alternanza di colori da togliere il fiato. Al mattino l’umidità dal terreno sale lentamente creando una nebbiolina che fa pensare di essere immersi in una atmosfera irreale.
E’ il momento in cui si trovano meno turisti, le malghe sono ormai chiuse come pure gli impianti di risalita (o per lo meno in chiusura), e anche molti alberghi si concedono il meritato riposo e la calma regna sovrana. Se la stagione è stata buona ci si può ancora imbattere in qualche fungo nel bosco o raggiungere qualche cima.
Shusterhutte – 1
Per le passeggiate resta l’imbarazzo della scelta: meteo permettendo, tutte le cime sotto i 3.000 metri sono in genere raggiungibili. Il sentiero dei masi, il lago di Fontana Bianca, i larici millenari, la chiesa di Sant’Elena sono invece tutte passeggiate per una vacanza slow, per godere dei colori e dell’atmosfera. E’ un periodo, come del resto la primavera, dove il meteo è in grado di sorprendere: neve a quote relativamente basse, neve ad alta quota (per effetti di colore nel panorama da non perdere), oppure caldo quasi estivo o ancora piogge torrenziali. Qualsiasi sia la prospettiva meteo le cose da fare e da vedere non mancano.