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I Bagni di Mezzo

 La Val d’Ultimo, come abbiamo già più volte scritto, è una valle ricca di acqua e vanta ben 4 delle 37 sorgenti riconosciute (con Deliberazione del 31.07.2018 n.752) dalla Provincia di Bolzano. Due si trovano nel comune di Ultimo: una è la sorgente di Oltreacqua o Sopracqua, di cui abbiamo già parlato, la seconda è la sorgente dei Bagnetti (Innerbad). Di quest’ultima si parla già nel 1697 come bagni per le persone meno abbienti. La frequentazione di questi bagni è testimoniata fino al 1914. Nel 2011 è stata creata una Oasi della quiete come quella fatta per le altre tre sorgenti. Per raggiungerla: sulla Strada Provinciale della Val d’Ultimo tra S. Pancrazio e S. Valburga si svolta in direzione Proves. Dopo pochi metri si segue una piccola strada a destra, passato il Rio Valsura, a sinistra si trova l’Oasi della quiete.

Le altre due si trovano nel comune di San Pancrazio. La prima è Bagno Lad (Bad Lad). Già conosciuta nel 1300, aveva dei bagni curativi annessi famosi fino alle guerre mondiali. Bagni che vennero demoliti nel 1948. Nel 2010 è stata creata una “oasi della quiete” dove si trova una fontanella che convoglia l’acqua della sorgente. Per raggiungerla basta seguire il sentiero Ultner Talweg che collega S. Pancrazio con S. Valburga. Dal centro del paese di S. Pancrazio sono circa 30 minuti.

Ma arriviamo finalmente ai famosi Bagni di Mezzo (Mitterbad). Famosi perchè rispetto agli altri bagni in valle ebbero frequentazioni illustri. I Bagni di Mezzo vengono menzionati per la prima volta nel 1418 con la denominazione “Walcherguet in Vlten in mitern Pad“ (podere di Walcher in Val d’ultimo nel Bagno di Mezzo). Agli inizi del 1800 erano considerati uno dei bagni più frequentati nell’area tedesca. Molti personaggi conosciuti facevano visita ai Bagni, come ad esempio Otto von Bismarck, l’imperatrice Elisabetta d’Austria (la famosa Sissi), i fratelli Heinrich e Thomas Mann ed il pittore Franz von Defregger. I Bagni furono gestiti fino al 1971.

Cartolina d'epoca dei bagni di Mezzo

Purtroppo questo sito storico versa oggi in condizioni pessime. Decenni di abbandono fanno solo lontanamente intuire la vita che animava questi famosi bagni termali che si trovano immersi in un magnifico bosco con faggi e abeti secolari. Sic transit…possiamo dire che non gli è toccata la sorte fortunata dei Bagni di Sopracqua e il fatto che il terreno sia di proprietà privata, suddiviso tra molteplici eredi non prevede per questo luogo un futuro più roseo.

I Bagni di Mezzo allo stato attuale

Sembra ironico che sia stato candidato nel 2022 dal FAI per i luoghi del cuore e abbia avuto…2 voti!

Annessa ai bagni sorgeva una piccola cappella intitolata ai santi Cosma e Damiano, i santi medici. In origine già nel XVII sec. ci sono testimonianze di una piccola cappella, ma i resti che si possono vedere oggi risalgono al 1840. La cappella presenta un piccolo campanile a vela con una campana del 1636 e tutto l’insieme versa oggi, purtroppo nello stesso stato di abbandono della struttura termale.

Per raggiungere il sito: verso la fine del paese di S.Pancrazio si trovano le indicazioni prima della galleria sulla sinistra. Si percorre una stradina che oltrepassa la diga di Alborelo e che in un paio di chilometri permette di arrivare al sito. A piedi: da S.Pancrazio si prende il sentiero n. 28B. Da qui si può proseguire per la cima del Monte Luco.

Fonti e articoli per approfondire:

https://www.suedtirolerland.it/it/alto-adige/val-d-ultimo-alta-val-di-non/san-pancrazio/bagni-di-mezzo-bad-lad/

https://ambiente.provincia.bz.it/acqua/sorgenti-minerali.asp?news_action=4&news_article_id=547331

https://www.tangram.it/it/acque-termali-della-val-dultimo/

Falegname per passione

C’è stato un tempo in cui i giovani cercavano di allontanarsi dalle valli: vita dura, poche opportunità spingevano a spostarsi verso le città. Negli ultimi decenni le tendenze stanno lentamente cambiando. I mezzi di spostamento, il turismo, la consapevolezza di poter valorizzare un territorio che è sicuramente difficile ma altrettanto gratificante: tutto questo spinge tanti giovani a rimanere oppure a tornare dopo esperienze in altri luoghi.

Michael Schwienbacher nel suo laboratorio

Michael Schwienbacher è tra i giovani che non hanno mai preso in considerazione l’idea di spostarsi. I genitori hanno un maso con terra e animali a 1.700 metri, ma soprattutto gestiscono le malghe Flatchberg, di cui già abbiamo parlato. Il lavoro è da sempre nel loro DNA: orari pesanti, terreni impervi, clima difficile (in questo 2023 si è vista la neve a fine aprile) ed un sorriso per accogliere chi si presenta alla malga. Intendiamoci non un sorriso forzato, un sorriso di vera accoglienza, di qualcuno che ama il suo lavoro, di un cuore aperto al prossimo che ti fa tornare a trovarli ancora ed ancora. A tutto questo si aggiunga che la lavorazione del legno nelle valli da sempre fa parte della cultura locale e che la figura del falegname è necessaria più che altrove.

In questo contesto è cresciuto Michael, un giovane di 28 anni con una formazione incentrata sulla lavorazione del ferro, che ora, per passione, lavora il legno con un entusiasmo che gli fa illuminare gli occhi quando parla dei suoi oggetti.

oggetti in legno

Ciascun oggetto nasce quasi per caso, guardando un pezzo di legno trovato. A seconda dell’essenza nascono oggetti diversi, ogni legno ha infatti una sua caratteristica: più duro il cirmolo, più facile da lavorare il tiglio, profumatissimo il larice, venato quasi come fosse ulivo, il legno di acacia. Tra una scalpellata e una lavorazione al tornio prendono vita ciotole, vasi, lampade e qualsiasi cosa venga suggerita dal materiale e dalla sua forma. Nel laboratorio aleggia un profumo di resina che sembra di fare aromaterapia, e come se non bastasse, guardare fuori dalla finestra completa il percorso sensoriale. Tenere in mano questi oggetti fa sentire l’amore per il materiale, la passione e la creatività di chi li ha creati.

Se volete vedere e acquistare questi oggetti potete trovarli ai mercati dell’artigianato dell’Alto Adige, in particolare ad un circuito di mercati itineranti del “fai da te” chiamato appunto Selber Gmocht, oppure contattarlo direttamente.

Michael Schwienbacher – flatschrwooddesign@gmail.com

Lo trovate anche su Instagram: @flatschrwooddesign

Tempo di sci: fondo

Per chi ama lo sport e la tranquillità lo sci di fondo in Val d’Ultimo è una soluzione fantastica! Che si tratti di classico o pattinato, questo bellissimo e completo sport, praticato in Val d’Ultimo assume un valore speciale. Il percorso si snoda in un paesaggio da fiaba: tra boschi e pascoli innevati costeggiando il torrente Valsura. La pista ha una lunghezza che varia in funzione delle neve presente: in genere è tra i 12 e i 20 km circa. La partenza è dal fondo del lago Zoccolo, in prossimità della stazione della cabinovia. Quando il tracciato è più limitato, come in questo inverno 2022/2023 o in altri inverni del passato, si può partire in prossimità del Familyhotel St.Nikolaus e arrivare fino a Santa Gertrude.

Il costo del biglietto (sempre per l’inverno 2022/2023) è di 4 euro, un costo accessibile a tutti per una pista tenuta sempre in buone condizioni.

NOVITA’ 2024/2025: è stato inaugurato a Pracupola (Kuppelwies) dietro al pattinaggio un percorso (innevato anche artificialmente) per il biathlon, un circuito disponibile anche per chi volesse solo fare fondo.

Per chi volesse avvicinarsi a questo sport invernale ricordiamo un servizio interessante al seguente link https://www.trekking.it/i-nostri-consigli/sci-fondo-consigli-preparazione/. Presso la stazione a valle della cabinovia è possibile noleggiare gli sci e pagare il giornaliero.

Informazioni ulteriori al sito dell’ufficio turistico della Val d’Ultimo

Tempo di sci: discesa

La Val d’Ultimo offre un piccolo paradiso per gli amanti dello sci da discesa: il comprensorio sciistico Schwemmalm. Oggi vanta circa 25 km di piste. La stazione a valle della cabinovia che porta ai 2.100 metri del comprensorio offre un ampio parcheggio, un servizio noleggio sci, un parco sci per i più piccoli ed un bar dove sono disponibili anche prodotti dell’artigianato locale.

Sciare o passeggiare sotto la cima del monte Muta (il Mutegg da cui il nome della seggiovia quadrupla che parte vicino all’arrivo della funivia) è un’esperienza: la vista nelle giornate limpide è impagabile, così come trovarsi sopra le nuvole quando a valle il cielo risulta coperto. Le ore di sole si possono sfruttare dall’alba al tramonto: nell’ inverno 2022-2023 la cabinovia ha inaugurato numerose aperture alle 7 del mattino permettendo di godere dello spettacolo dell’alba sulle cime.

Queste piste hanno conosciuto fama anche perché qui è nato l’amore per lo sci di Dominik Paris e qui con la sua tenacia e la sua grinta ha iniziato i suoi primi allenamenti per arrivare ad essere il campione che è oggi. Ma vediamo un po’ di ripercorrere la storia del comprensorio. Nato alla fine degli anni ’70 (la seggiovia di Breiteben che da 1.505 porta a 1.905 vede la luce nel 1977), già negli anni ’80 inizia a richiamare un discreto pubblico. I più temerari ricorderanno al posto dell’attuale seggiovia Schwemmalm (che porta da 1.800 mt circa a 2.100) un terribile skilift ad àncora che metteva alla prova nella scelta del compagno ideale con cui salire! Solo alla fine degli anni novanta venne sostituito da una moderna seggiovia a 4 posti che eliminava tutti i problemi di cadute ed imbarazzi. Nel frattempo però già si allungavano le piste con la seggiovia a tre posti Asmol che permetteva di raggiungere i 2.500 mt. portando il dislivello totale percorribile a 1.000mt. Bisognerà aspettare il 2008 per sfruttare la parte più panoramica e soleggiata delle comprensorio: la seggiovia Mutteg con le sue cupole di protezione, amplia le piste permettendo di arrivare ai 25 km. circa attuali.

Praticamente in contemporanea si vede l’inaugurazione della cabinovia ad 8 posti che permette di salire al comprensorio dalla località di Pracupola: circa 1.000 metri di dislivello in 8 minuti. La cabinovia segna sicuramente una svolta per lo Schwemmalm: eliminato il tratto stradale che prima era obbligato, permette un facile accesso, tempi di percorrenza molto più rapidi, un facile parcheggio ed invoglia molto di più anche i non sciatori a salire in quota.

Novità della stagione 2024/2025: una nuovissima e performante seggiovia in sostituzione della Schwemmalm e della seggiovia tripla Asmol e piste ridisegnate con la nuova Schwemmereg!

Questa in breve la storia dello sci da discesa in Val d’Ultimo, ma per gli amanti delle curiosità, e per i meno giovani che forse li ricorderanno, possiamo dire che in valle si trovavano nei primi anni ’80 due skilift. Uno si trovava tra San Nicolò e Santa Gertrude, salendo, alla destra della provinciale, e uno, più longevo, in prossimità del familyhotel San Nikolaus e della breve galleria prima di San Nicolò, salendo sulla sinistra. Quest’ultimo venne poi sostituito anni dopo con due moderni tapis roulant e permetteva di prendere lezioni e sciare anche senza salire in quota. A carnevale venivano anche fatte bellissime feste sulla neve con gare in costume per grandi e piccoli.

Da guardare: https://www.youtube.com/watch?v=Cm5-6N5VVh0

Cima di Tovo -Tuferspitz 3.097

Per molti ma non per tutti.

Cima di Tovo, Tuferspitz

Ed ecco una cima della valle poco frequentata, un po’ fuori dai circuiti più conosciuti. Questo 3.000 solo dal 2021 si può fregiare di una bella croce, fatta da un giovane falegname della valle (figlio dei gestori della Flatschbergalm, malga di passaggio per la cima) e portata a spalla, come vuole la tradizione, da un gruppo di volenterosi amici.

Con gli anni il percorso per questa vetta si è trasformato parecchio. Ha perso quasi tutti i passaggi su neve e ghiaccio e di conseguenza tanta dell’acqua che scendeva copiosa dai torrenti e, nel frettempo, sono un po’ peggiorati i punti esposti.

Il percorso non è lunghissimo: poco meno di 7 km partendo dal parcheggio ai masi Flaschöfe (sulla strada che da Santa Gertrude porta a Fontana Bianca) ma comporta un dislivello di circa 1.300 metri. Il cammino segue il segnavia n.143. Fino alla malga Hinterer Flatschberg (2.110) si segue una comoda mulattiera. Dalla malga parte il sentiero che fino ai 2.600 metri circa è molto tranquillo e sale nella vallata. Quando iniziano sassi e roccia il sentiero porta a costeggiare il canalone e qui alcuni tratti sono molto esposti senza che siano presenti ancoraggi come catene. Ai 2.892 metri si arriva al passo di Flim che permette di scendere verso la val Martello. Da qui parte l’ultimo tratto, tutto su roccia, con alti gradini da oltrepassare ma non particolarmente pericoloso. La cima è un pinnacolo dal quale guardare il panorama ma con spazi molto ristretti e molto esposti.

La salita richiede circa 3 ore e 30, allenamento e attrezzatura adeguati.

animali al pascolo

Una nota: parecchi sono gli incontri di animali al pascolo (mucche prima, cavalli, capre e pecore più in alto). Il percorso inoltre si trova nel Parco Naturale dello Stelvio, quindi non è infrequente avvistare la fauna tipica.

Guardare dall’alto

Nel famoso film “L’attimo fuggente”, Robin Williams sale sulla cattedra e invita gli studenti a fare la stessa cosa, allo scopo di provare a guardare le cose da angolazioni diverse, da una diversa prospettiva. A volte basta salire pochi centimetri, altre volte bisogna salire su una vetta. Forse questo è uno dei tanti motivi che spingono a salire sulle cime: non solo la camminata, la sfida, ma anche la possibilità di vedere la valle, le altre cime, altri valli, tutto da una prospettiva diversa. Se si cerca su Internet “guardare dall’alto” si trovano decine di suggerimenti per vedere Venezia dall’alto, Milano dall’alto…e così per decine di città: decine di suggerimenti per poter cambiare prospettiva. La montagna offre migliaia di questi suggerimenti: ogni salita permette di guardare il mondo da una angolazione diversa.

Ed…elevandoci un po’ ecco il lago Zoccolo e Pracupola alla fine di questa calda estate 2022

Thanks to @matteocerutti00official

Le festività dei morti

L’autunno rivela sempre qualche sorpresa per quanto riguarda il meteo: ci sono stagioni soleggiate e calde, altre con venti imprevisti o addirittura neve come accaduto nei recenti 2020 e ancora nel 2023. Quello che non cambia mai in questo periodo è tuttavia l’attenzione rivolta dalle persone ai loro cari defunti.  I giorni compresi tra il 31 di Ottobre e il 2 Novembre se siete in zona dedicate un po’ del vostro tempo a visitare i cimiteri annessi alle bellissime chiese della Val d’Ultimo. Normalmente in tutti i cimiteri troviamo fiori freschi, le tombe sistemate e pulite, ma in Alto Adige le attenzioni per i propri defunti hanno, in genere un tocco più “personale”. I cimiteri diventano una sorta di tavolozza con candele sempre accese, fiori secchi, fiori freschi, pigne e ogni altra cosa fornisca la natura per creare ghirlande e composizioni.

Un giorno prima di Ognissanti, il 31 ottobre, mentre altrove si festeggia Halloween, i bambini della Val d’Ultimo si lanciano in una vera e propria spedizione  e vanno di porta in porta a elemosinare Krapfen dolci, recitando a memoria le strofe rimate della tradizione. Non a caso li chiamano “Krapfenlotterer”, i mendicanti dei Krapfen, un’antica usanza quasi dimenticata e ritornata in auge grazie alle nuove generazioni. Il papavero ha una sua tradizione in Val d’Ultimo. I tipici krapfen al papavero si degustano in occasione di matrimoni, al termine del raccolto ed in particolari festività, e così per la festa di Ognissanti.

https://www.suedtirolprivat.com/

Giancarlo Godio. Una stella della bonne cuisine. Ed. Gamsblut

La “Corsa dei Masi”

Ultner Höfelauf

Per gli appassionati di running, ma non solo, vogliamo raccontare della “Corsa dei Masi” della Val d’Ultimo (o Ultner Höfelauf). Questa tradizionale corsa è diventata nel corso degli anni (quella del 2022 sarà la 16° edizione) una kermesse imprescindibile per grandi e piccoli, per sportivi e buongustai.

La gara, valida come competizione di montagna riconosciuta dalla FIDAL (Federazione Italiana di atletica leggera) vede impegnati dai bambini di 6 anni a salire, secondo percorsi e modalità diverse. Gli atleti si possono cimentare in un percorso di montagna lungo 18km che segue la via masi in un percorso ad anello.

Per tutti la giornata è comunque occasione di ritrovo, di svago e di…enogastronomia! La corsa, che parte nelle prime ore del mattino, è accompagnata da un ricco programma, che prevede musica e cibo. Gli stand gastronomici offrono tutti i prodotti tipici: piatti di selvaggina, carne allo spiedo, pesce,  Strauben, krafen contadini ai semi di papavero e il menu si potrebbe allungare ancora. Una giornata all’insegna dello sport, del ritrovo e del buon bere e ben mangiare.

Per chi non conosce la valle questa giornata può essere l’occasione per scoprirla in un momento molto partecipato e sentito, una vera giornata di festa. E per gli appassionati di sci un ulteriore incentivo: spesso il via della gara, così come le premiazioni è affidato al campione Dominik Paris, residente e originario della Val d’Ultimo.

Per informazioni: https://www.merano-suedtirol.it/it/corsa-dei-masi-della-val-d-ultimo.html

Il lago dei Pescatori e la malga dei Pini

Questo piccolo lago si trova ad una quota di 2.000 metri ed è il più piccolo dei laghi artificiali della Val d’ultimo, o meglio è un bacino che funge da serbatoio per la sottostante centrale. Lo si raggiunge agevolmente dal lago di Fontana Bianca, dove si può lasciare l’auto e tranquillamente in poco meno di 30 minuti di salita si arriva ad un incantevole pianoro attraversato da ruscelli e…. ancora pochi minuti girando sulla sinistra ed eccolo lì, questo piccolo bacino dai colori più disparati a seconda del momento dell’anno. La bellezza di questo lago è che lo si può raggiungere in poco tempo praticamente in tutte le stagioni e ogni volta offre colori e atmosfere differenti. Solo anni con eccezionali nevicate non permettono di arrivare nemmeno a Fontana Bianca e in quel caso bisogna rinunciare. Fontana Bianca è infatti è il punto più estremo della val d’Ultimo raggiungibile in auto. La strada porta fino a 1.900 metri e capita che a causa della neve abbondante la strada venga chiusa e sia accessibile solo ai tecnici della diga. Nella normalità però è una meta imprescindibile anche per una serie di camminate che si possono intraprendere.

Pieno inverno: il pianoro che si apre prima del lago

Se si vuole fare un giro “tranquillo”, solo in estate, si prosegue dopo la diga del lago lungo il sentiero numero 107 e si raggiunge, praticamente mantenendo la quota, la “malga dei pini” (Fiechtalm), una malga facilmente raggiungibile con mulattiera anche dal lago di Fontana Bianca. La malga è stata interamente rinnovata pochi anni fa, si può mangiare ed acquistare burro e formaggio. E’ una malga con una vista molto aperta, in una bella posizione, in genere molto frequentata. Sempre dal lago dei Pescatori, invece si può continuare a salire per diversi percorsi che sono più impegnativi ma che offrono un panorama impagabile.

Nota: il sentiero da Fontana Bianca è semplice, corto, bello per i bambini ma non adatto ai passeggini. L’unico percorso che si può intraprendere con i passeggini è la mulattiera per la Malga dei Pini da Fontana Bianca.

Puoi leggere anche: Percorsi sopra Fontana Bianca

I percorsi sopra Fontana Bianca

Percorrendo tutta la valle sino al punto più estremo si raggiunge il lago di Fontana Bianca (1.900 mt) dove i parcheggi non mancano e nemmeno le possibilità di scelta per le camminate. Il lago è una meta piena di fascino in tutte le stagioni e anche solo passeggiare attorno alle rive è già una escursione piacevole. In autunno, in particolare, i colori e la calma permettono passeggiate in pieno relax. Siamo in pieno Parco Nazionale dello Stelvio.

Tuttavia, si sa, la stagione delle camminate è l’estate, e dal lago la scelta dei percorsi è estremamente varia e per tutte le…gambe! La passeggiata più semplice è quella che si può fare per la malga dei Pini e poi raggiungere il lago dei Pescatori. Ma ecco delle proposte un po’ più impegnative.

Prima proposta: Il lago Verde e il rifugio Canziani

Partendo da Fontana Bianca è necessario seguire il sentiero n. 140 e con circa 2 ore di camminata si raggiungono i 2.500 metri del Lago Verde. Durante l’estate è aperto il rifugio Canziani che è l’unico rifugio della Val d’Ultimo: di proprietà del CAI di Milano è gestito da Dominikus e Rodolfo che da anni accolgono i camminatori di passaggio con buon cibo e volendo è possibile anche pernottare. Attorno al lago si innalzano le cime più alte della valle: cima Sternai e il Gioveretto che con i loro 3.400 metri e i loro ghiacciai dominano e segnano il confine della Val d’Ultimo. Per raggiungere queste cime è necessario o per lo meno è consigliabile e prudente, rivolgersi alle guide alpine. Fatta la tappa al rifugio si può proseguire con un percorso ad anello ed evitare di scendere per la stessa strada. Prendendo il sentiero segnato con il 12 si sta quasi in quota girando attorno alla montagna fino a raggiungere il sentiero numero 107. Fino all’incrocio del 12 con il 107 il sentiero è per lo più agevole ma in alcuni punti risulta molto stretto ed esposto. Se si ha fortuna, fermandosi quando si sente il richiamo della marmotta, non sarà difficile avvistarne un esemplare. Tutta questa zona rientra nel Parco nazionale dello Stelvio e gli animali non mancano. All’incrocio con il 107 si inizia la discesa passando per il lago Lungo, si passa a fianco del lago dei Pescatori e si torna a Fontana Bianca.

Nota: se si è con bambini poco abituati alla montagna occorre prestare molta attenzione al sentiero n. 12, al contrario, salendo e scendendo dal 140 non sussistono problemi.

Seconda proposta: le malghe

Usufruendo dei mezzi della valle (funivia e bus) è possibile fare un giro delle malghe che parte da sopra Fontana Bianca e procede fino alla stazione a monte della funivia. Il percorso può essere lungo a piacere, perchè ad ogni malga è possibile scendere verso la provinciale e trovare il bus. Il percorso intero richiede oltre 6 ore (allenati) ed è un continuo alternarsi di sali e scendi, ma come già detto, è bello perchè si può decidere di interromperlo scendendo verso la provinciale da diversi sentieri (è sempre bene essere muniti di mappa dei sentieri).

Vediamo le prime malghe raggiungibili. Da Fontana Bianca si prende il sentiero n. 102 (che poco dopo si raccorda con il n. 12) in direzione della Pilsberg alm. In circa un’ora si possono raggiungere in successione a distanza di poco una dall’altra la malga Innere Pilsberg e la Aussere Pilsberg. Il sentiero è ampio, non pone particolari difficoltà, il dislivello è di circa 250 metri. Proseguendo altri 15 minuti circa sul sentiero n. 12 si può raggiungere la malga Tufer: si trova in un bel pianoro a 2.099 mt.

Da qui si può proseguire sul sentiero per un’altra ora circa, attraversando uno splendido bosco di cirmoli, praticamente restando sulla stessa quota per una ulteriore ora fino a raggiungere la la malga Flatschberg dove è possibile fermarsi e ristorarsi. Da qui ci si trova a poco più di due ore da Fontana Bianca ma se si vuole chiudere il giro è possibile scendere dalla mulattiera in direzione della strada per Fontana Bianca dove sarà possibile prendere il bus.

Volendo invece continuare, è possibile raggiungere la malga Schusterhutte (2.310 mt), forse la più piccola malga della valle dove è possibile mangiare, sicuramente la più alta come altitudine. Circa un’ora è il tempo che serve tra le due malghe ed il panorama è molto bello. Da quest’ultima si chiude il giro con la Innere e la Aussere Schwemmalm per poi scendere con la funivia. Serviranno però almeno due ore e trenta per arrivare a queste ultime malghe.

Terza proposta: la cima del Collecchio (Gleck) a 2.957 metri

Partendo da Fontana Bianca si prende il sentiero 107, in direzione del lago dei Pescatori, si sale costeggiando i laghetti di Ober Weissbrun (letteralmente “sopra Fontana Bianca”), si prosegue per oltre un chilometro e mezzo in una bellissima vallata fino a costeggiare il lago Lungo. Dopo il lago, il sentiero inizia a prendere una pendenza più importante, si passano altri due laghetti dove solitamente vengono lasciati pascolare cavalli (Pian dei Cavalli) il lago di Collecchio e il lago Nero e, dopo uno stacco piuttosto ripido, si raggiunge il passo del Giogo Nero a 2.825 metri. Qui il 107 permette di “scollinare” e di raggiungere la Val di Rabbi nella sua parte più estrema. Il sentiero collega infatti con il rifugio Silvio Dorigoni in Val Saént, alla fine della Val di Rabbi.

Ma volendo raggiungere la nostra vetta con un ultimo sforzo, sulla sinistra il segnavia 145 ci condurrà sulla cima del Collecchio. Con i suoi quasi 3.000 metri domina una corona di montagne e in contemporanea la parte alta della Val d’Ultimo e della Val di Rabbi ma se si è fortunati con il meteo la vista può spaziare dal gruppo Ortles all’Adamello. Da Fontana Bianca bisogna considerare dalla 3 alle 4 ore (dipende sempre dal grado di allenamento. Oltre al dislivello il percorso è infatti piuttosto lungo ma vale ogni istante per il paesaggio.

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