La piccola e bellissima chiesa di Sant’Elena viene menzionata in vecchi documenti già nel 1278. Nel 1563 la chiesa è ricostruita in stile tardogotico. Seguono ampliamenti nel 1677 e nel 1730: la navata è ampliata e completata da una volta a lunette con nervature in stucco e vengono costruite la sagrestia e la cantoria. Di poco precedente è il campanile (1723/24), eretto da maestri carpentieri dell’Alto Adige. Risale alla fine del ‘700 anche l’organo. L’altare maggiore è neoromanico, nella nicchia troviamo Sant’Elena con la trinità e, ai lati, le statue di Sant’Aloisio (San Luigi Gonzaga) e San Giuseppe. L’altare laterale è seicentesco e accoglie il rilievo di Maria con il bambino. Le panche sono neogotiche, costruite nel 1894. La chiesa ebbe il suo curato dal 1700 fino al 1979. Negli anni ’80 e ’90 vennero fatti diversi interventi di restauro: dal tetto del campanile alla facciata, dall’orologio al pavimento della chiesa. Sulla facciata troviamo una piccola statua di San Giacomo in una nicchia: il Santo è raffigurato anche in quadro all’interno della chiesa.

La chiesa è quasi sempre aperta, essendo affidata la sua apertura al maso a fianco. L’insieme armonico di questo edificio, il luogo, fanno di questo ambiente un posto raccolto, un piccolo rifugio di tranquillità per buona parte dell’anno. La festa di Sant’Elena viene celebrata con una messa il 18 agosto. La strada per raggiungere la chiesa è segnata da una Via Crucis che porta al crocifisso posto dinnanzi alla chiesa.

Come raggiungerla: da San Pancrazio a circa metà del paese si trovano sulla destra le indicazioni per Sant’Elena. Si segue la piccola strada per circa 9 km fino a quando si trova un bivio sulla destra. Un altro chilometro in auto e si arriva al parcheggio. Da qui partono due strade sterrate. Prendendo, a piedi, quella di destra, dopo poco più di un chilometro, con una passeggiata di circa mezz’ora, si raggiungerà la chiesetta. Da Santa Valburga si sale alla chiesa e si tiene la strada della chiesa per circa 7 chilometri fino al bivio sulla sinistra.

Informazioni tratte da “I luoghi dell’arte: Alto Adige. Val Venosta, Val d’Ultimo, Val Passiria”. 1996. Provincia autonoma, Assessorato alla pubblica istruzione e cultura in lingua italiana-CLAB, Bolzano.