Può capitare che a ferie programmate il meteo non sia provvidenziale per le passeggiate. Se capitasse vi suggeriamo tre visite da fare per conoscere meglio la valle.
Il Culten, museo archeologico della valle. Il museo, aperto dal 2018, si trova a Santa Valburga sulla strada che dal municipio sale alla chiesa. Abbiamo già raccontato in un precedente articolo cosa trovare in questo museo: dalla ricostruzione di un antico maso alla ricostruzione storica di quelli che sono i primi insediamenti umani dell’età della pietra nella zona. Interessante per grandi e piccoli. Un bel lavoro di recupero di informazioni storiche che vanno alle origini degli insediamenti offerte al visitatore con un approccio accattivante e moderno.
Il museo della valle (Talmuseum): a S.Nicolò troviamo invece un museo incentrato sulle tradizioni e la cultura popolare e contadina della valle. Il museo, che ha da poco festeggiato il suo 50esimo anno di attività nell’ottobre del 2023, è una ricchissima raccolta di oggetti, mobili, attrezzi agricoli che fa di questa istituzione una memoria storica di notevole importanza. Fatevi accompagnare all’interno di questa wundekammer per farvi spiegare la storia e gli utilizzi di tanti oggetti curiosi e affascinanti.
Il centro visite del parco dello Stelvio: pochi sanno che l’ultima parte della Val d’ultimo si trova immersa nel Parco nazionale dello Stelvio. Questo centro visite, costruito a ridosso di una antica segheria ad acqua (messa in funzione una volta alla settimana durante la stagione estiva), vi farà conoscere la flora e la fauna del parco e l’interazione con l’uomo. Bellissima visita per gli adulti e assolutamente immancabile per i bambini.
Se volete conoscere davvero le origini e la storia della valle una tappa che deve essere fatta è al museo archeologico della valle: il CULTEN.
Fino agli anni ’60 del secolo scorso si credeva che i primi insediamenti in Val d’Ultimo risalissero all’Alto Medioevo: la valle risultava molto difficile da raggiungere e poche sembravano le aree che potessero risultare idonee ai fini di insediamenti umani. Ma nel 1967, in occasione di lavori sulla collina della chiesa di Santa Valburga vennero fatti ritrovamenti archeologici relativi ad un rogo votivo risalente all’età del ferro. Al di sotto di questo, altri resti documentavano un insediamento precedente dell’età del bronzo, e poi ancora più indietro per arrivare all’età della pietra. La storia della valle era dunque da riscrivere. Questo fu il punto di partenza del museo archeologico che ha aperto le porte nel 2018, ma nel 2023 ha rilanciato le attività per far conoscere le origini della valle.
Il museo si articola in tre parti: il fulcro è una struttura semi interrata dove si trovano le ricostruzioni di quella che deve essere stata la storia di questi antichissimi insediamenti in val d’Ultimo. Ritrovamenti dell’età della pietra fanno pensare che attraverso i gioghi la valle venisse usata come passaggio per giungere alla Val Venosta, ma il primo insediamento vero e proprio può essere datato attorno al 1.400 a.C. La posizione scelta è strategica: si domina e controlla la valle, si è al riparo da aggressori e si gode di ore di sole preziose per l’insediamento. Le case presentavano uno zoccolo in pietra, la parte superiore e il tetto in legno, le giunture sigillate in argilla. Spesso capitava che bruciassero e venivano poi ricostruite sopra i resti nello stesso punto. L’abitato resistette per circa 900 anni, fino a quando, non se ne conosce il motivo, vennero svuotate completamente e l’abitato abbandonato. Viene spianato in parte e vi viene acceso sopra un rogo votivo. Se è stato poi costruito un nuovo insediamento nella valle, questo non è ancora stato scoperto. Sette altari in pietra furono costruiti e su di essi avvenne il rogo. Il santuario che ne scaturì venne utilizzato a lungo per fuochi sacrificali.
Forse non a caso la chiesa venne eretta poco più sopra, ma di essa si ha documentazione solo nel 1278. La storia della valle, infatti smette di lasciare tracce evidenti fino a dopo il 1000 d.C.
La colonizzazione del XI e XII secolo si deve al monastero di Weingarten e ai conti di Appiano-Ultimo, seguiti dai vescovi di Trento e ai conti del Tirolo.
Ed è qui che si inserisce una seconda parte del museo: un maso originario del 1300 (ripreso e sistemato nel 1400 e successivamente nel 1800) viene smontato dalla sua posizione originaria pochi metri distante e ricostruito fedelmente adiacente al museo per far parte integrante della panoramica storica della valle. Il maso, così come le ricche didascalie, contribuiscono a dare una idea della struttura delle abitazioni della valle; struttura rimasta per lo più inalterata fino al secolo scorso.
Ed infine, si conclude il percorso nel giardino che dà una idea delle colture tipiche del posto.
Note pratiche: gli orari e i costi del museo sono disponibili all’ufficio turistico di Santa Valburga. Il museo si trova vicino al municipio e sotto la chiesa di Santa Valburga. Si trovano le indicazioni nei pressi del ponte all’inizio del paese. La visita risulterà piacevole anche per i bambini .
Parcheggio: il museo si trova su una strada senza possibilità di parcheggio (un solo posto in caso ci sia una persona che non può deambulare), il consiglio quindi è di lasciare l’auto più in basso, al parcheggio sulla provinciale prima del ponte, o più in alto al parcheggio della chiesa.