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I percorsi sopra Fontana Bianca

Percorrendo tutta la valle sino al punto più estremo si raggiunge il lago di Fontana Bianca (1.900 mt) dove i parcheggi non mancano e nemmeno le possibilità di scelta per le camminate. Il lago è una meta piena di fascino in tutte le stagioni e anche solo passeggiare attorno alle rive è già una escursione piacevole. In autunno, in particolare, i colori e la calma permettono passeggiate in pieno relax. Siamo in pieno Parco Nazionale dello Stelvio.

Tuttavia, si sa, la stagione delle camminate è l’estate, e dal lago la scelta dei percorsi è estremamente varia e per tutte le…gambe! La passeggiata più semplice è quella che si può fare per la malga dei Pini e poi raggiungere il lago dei Pescatori. Ma ecco delle proposte un po’ più impegnative.

Prima proposta: Il lago Verde e il rifugio Canziani

Partendo da Fontana Bianca è necessario seguire il sentiero n. 140 e con circa 2 ore di camminata si raggiungono i 2.500 metri del Lago Verde. Durante l’estate è aperto il rifugio Canziani che è l’unico rifugio della Val d’Ultimo: di proprietà del CAI di Milano è gestito da Dominikus e Rodolfo che da anni accolgono i camminatori di passaggio con buon cibo e volendo è possibile anche pernottare. Attorno al lago si innalzano le cime più alte della valle: cima Sternai e il Gioveretto che con i loro 3.400 metri e i loro ghiacciai dominano e segnano il confine della Val d’Ultimo. Per raggiungere queste cime è necessario o per lo meno è consigliabile e prudente, rivolgersi alle guide alpine. Fatta la tappa al rifugio si può proseguire con un percorso ad anello ed evitare di scendere per la stessa strada. Prendendo il sentiero segnato con il 12 si sta quasi in quota girando attorno alla montagna fino a raggiungere il sentiero numero 107. Fino all’incrocio del 12 con il 107 il sentiero è per lo più agevole ma in alcuni punti risulta molto stretto ed esposto. Se si ha fortuna, fermandosi quando si sente il richiamo della marmotta, non sarà difficile avvistarne un esemplare. Tutta questa zona rientra nel Parco nazionale dello Stelvio e gli animali non mancano. All’incrocio con il 107 si inizia la discesa passando per il lago Lungo, si passa a fianco del lago dei Pescatori e si torna a Fontana Bianca.

Nota: se si è con bambini poco abituati alla montagna occorre prestare molta attenzione al sentiero n. 12, al contrario, salendo e scendendo dal 140 non sussistono problemi.

Seconda proposta: le malghe

Usufruendo dei mezzi della valle (funivia e bus) è possibile fare un giro delle malghe che parte da sopra Fontana Bianca e procede fino alla stazione a monte della funivia. Il percorso può essere lungo a piacere, perchè ad ogni malga è possibile scendere verso la provinciale e trovare il bus. Il percorso intero richiede oltre 6 ore (allenati) ed è un continuo alternarsi di sali e scendi, ma come già detto, è bello perchè si può decidere di interromperlo scendendo verso la provinciale da diversi sentieri (è sempre bene essere muniti di mappa dei sentieri).

Vediamo le prime malghe raggiungibili. Da Fontana Bianca si prende il sentiero n. 102 (che poco dopo si raccorda con il n. 12) in direzione della Pilsberg alm. In circa un’ora si possono raggiungere in successione a distanza di poco una dall’altra la malga Innere Pilsberg e la Aussere Pilsberg. Il sentiero è ampio, non pone particolari difficoltà, il dislivello è di circa 250 metri. Proseguendo altri 15 minuti circa sul sentiero n. 12 si può raggiungere la malga Tufer: si trova in un bel pianoro a 2.099 mt.

Da qui si può proseguire sul sentiero per un’altra ora circa, attraversando uno splendido bosco di cirmoli, praticamente restando sulla stessa quota per una ulteriore ora fino a raggiungere la la malga Flatschberg dove è possibile fermarsi e ristorarsi. Da qui ci si trova a poco più di due ore da Fontana Bianca ma se si vuole chiudere il giro è possibile scendere dalla mulattiera in direzione della strada per Fontana Bianca dove sarà possibile prendere il bus.

Volendo invece continuare, è possibile raggiungere la malga Schusterhutte (2.310 mt), forse la più piccola malga della valle dove è possibile mangiare, sicuramente la più alta come altitudine. Circa un’ora è il tempo che serve tra le due malghe ed il panorama è molto bello. Da quest’ultima si chiude il giro con la Innere e la Aussere Schwemmalm per poi scendere con la funivia. Serviranno però almeno due ore e trenta per arrivare a queste ultime malghe.

Terza proposta: la cima del Collecchio (Gleck) a 2.957 metri

Partendo da Fontana Bianca si prende il sentiero 107, in direzione del lago dei Pescatori, si sale costeggiando i laghetti di Ober Weissbrun (letteralmente “sopra Fontana Bianca”), si prosegue per oltre un chilometro e mezzo in una bellissima vallata fino a costeggiare il lago Lungo. Dopo il lago, il sentiero inizia a prendere una pendenza più importante, si passano altri due laghetti dove solitamente vengono lasciati pascolare cavalli (Pian dei Cavalli) il lago di Collecchio e il lago Nero e, dopo uno stacco piuttosto ripido, si raggiunge il passo del Giogo Nero a 2.825 metri. Qui il 107 permette di “scollinare” e di raggiungere la Val di Rabbi nella sua parte più estrema. Il sentiero collega infatti con il rifugio Silvio Dorigoni in Val Saént, alla fine della Val di Rabbi.

Ma volendo raggiungere la nostra vetta con un ultimo sforzo, sulla sinistra il segnavia 145 ci condurrà sulla cima del Collecchio. Con i suoi quasi 3.000 metri domina una corona di montagne e in contemporanea la parte alta della Val d’Ultimo e della Val di Rabbi ma se si è fortunati con il meteo la vista può spaziare dal gruppo Ortles all’Adamello. Da Fontana Bianca bisogna considerare dalla 3 alle 4 ore (dipende sempre dal grado di allenamento. Oltre al dislivello il percorso è infatti piuttosto lungo ma vale ogni istante per il paesaggio.

Il sentiero N. 1

Volendo parlare di sentieri, perché non iniziare dal sentiero numero 1!

Il sentiero N. 1 parte dalla chiesa di Santa Valburga e arriva alla cima del Sasso (2.572 mt.). Le possibilità offerte da questo sentiero però sono diverse: arrivati alla cresta è possibile scollinare seguendo il N.1 e raggiungere le malghe Falkomai, oppure proseguire sulla sinistra seguendo la cresta e incontrare una in fila all’altra la cima dell’Hochjoch (2.275 mt) e, a seguire, quella del Sasso.

Il sentiero, parte dalla chiesa, ma è possibile partire un po’ più alti, al livello dei masi Innerdurach (1.400 mt. circa, se andate durante la fioritura dei papaveri vedrete un bellissimo campo proprio sul terreno di questi masi). Dai masi in poco meno di due chilometri in mezzo al bosco si fanno circa 700 mt di dislivello …il che significa che si attraversa il bosco su un percorso alquanto ripido. A 2.100 mt circa, al limitare del bosco, si apre un pianoro da cui si può ammirare la cima dell’Hochjoch e poco più a sinistra quella del Sasso. Da questo punto il sentiero sale più dolce e in poco meno di mezz’ora si è alla cima dell’Hochjoch. Il sentiero offre una splendida panoramica anche sul lago di San Pancrazio e con il cielo terso anche verso la Val d’Adige.

Percorrere la cresta tra le due cime richiede secondo i cartelli 50 minuti e non presenta particolari difficoltà se non nell’ultimo tratto dove si trovano parecchie rocce. Nelle giornate ventose la cresta diventa piuttosto insidiosa perché si è molto esposti. Il percorso dai masi fino al Sasso richiede poco più di tre ore ma ma ricordate che la prima parte richiede un po’ di allenamento!

Con un po’ di fortuna potrete ammirare parecchi scoiattoli intenti nelle loro attività, camosci e pernici di montagna. Stare in mezzo alla natura regala sempre piacevoli emozioni!

Una tradizione turistica che parte da lontano

Quella che oggi è una delle valli meno conosciute e più nascoste dell’Alto Adige, un tempo era una destinazione termale tra le più famose del Tirolo.
La storia della Val d’Ultimo incrocia quella di personaggi famosi che la visitano per le sue acque salutari, o di famiglie nobili come quella dei Von Trapp (vi ricorda qualcosa il film “Tutti insieme appassionatamente”?).

Tra fine ottocento e inizi del ‘900 frequentarono la valle nomi illustri come l’imperatrice Elisabetta d’Austria (meglio nota come Sissi) e il cancelliere di ferro Otto von Bismark e moltissimi scrittori come Thomas ed Heinrich Mann o Franz Kafka e persino l’arciduca Ferdinando d’Asburgo.

La valle era una rinomata località termale: c’erano ben nove bagni e ancora oggi ne rimane il ricordo in nomi di località come i Bagni di Mezzo (Mitterbad) che si diceva fossero i più rinomati del Tirolo.

Una importante testimonianza dei personaggi passati per la valle ci viene fornita da Villa Hartungen. La casa, che prende il nome dal medico che nella seconda metà dell’800 diede forte impulso ai Bagni in valle, fu a lungo un sanatorio e vide frequentazioni illustri. Personaggi come Sigmund Freud, Thomas Mann, Cesare Lombroso, Franz Kafka frequentarono la casa.

Interessante la storia del dottor Cristoph Hartung von Hartungen. Nato a Vienna nel 1849 e morto a Terlano (BZ) nel 1917, proveniva da una famiglia originaria della Turingia che diede i natali a ben 16 generazioni di medici, tra cui un Cristoph Hartung, nonno del medico di cui stiamo parlando, che fu il primo omeopata attivo a Salisburgo e in Lombardia, dove nel 1841 curò il maresciallo Radetzky. A partire dal 1888 suo nipote omonimo dirige, nell’allora austriaca Riva del Garda, il “Sanatorium Dr. Von Hartungen”, da lui fondato che ben presto diventerà famoso in tutte le terre asburgiche. Precorrendo i tempi, il dottore curava con terapie naturopate, con la dieta, con il clima,  l’attività fisica, il tutto in totale assenza di stress e di sostanze stimolanti. Per sfuggire al caldo viene allestita una sede in mezzo ai boschi, dove calma e relax non possono mancare: il nuovo sanatorio è Villa Hartungen, in Val d’Ultimo.  Oggi è Bernardette Schwienbacher a gestire la Villa dove è possibile soggiornare e fare corsi (https://www.therapie-bz.com/it/).

Ma le fonti riportano notizie della valle in tempi ben più antichi, basti pensare che le sei chiese presenti sul territorio risalgono tutte (salvo rimaneggiamenti recenti) al basso medioevo.
Ancora oggi quando si sale da Lana prima di San Pancrazio si vede sulla sinistra quello che rimane del Castello d’Ultimo (Eschenlohe): nell’anno 1492 l’imperatore Massimiliano d’Austria diede la giurisdizione della valle ai Conti Trapp i cui discendenti fino a pochi anni fa erano proprietari del Castello di Ultimo o di Eschenlohe.

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Benvenuti in Val d’Ultimo, dove paesaggi, montagne, passeggiate, tradizioni, sport si fondono per offrire un’esperienza unica

Per chi ama la natura, la tranquillità, le passeggiate, le tradizioni ma anche lo sport, dallo sci al parapendio, dalla camminata alle escursioni, allora amerà questa valle. La Val d’Ultimo offre tutto questo e molto di più.

E’ un mondo in cui immergersi fatto di natura, di persone e di tradizioni. Un mondo da conoscere molto lentamente negli anni e poco alla volta entra a far parte di te. Così è successo a noi…lentamente, sentiero dopo sentiero.

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