Mese: Aprile 2022

Una tradizione turistica che parte da lontano

Quella che oggi è una delle valli meno conosciute e più nascoste dell’Alto Adige, un tempo era una destinazione termale tra le più famose del Tirolo.
La storia della Val d’Ultimo incrocia quella di personaggi famosi che la visitano per le sue acque salutari, o di famiglie nobili come quella dei Von Trapp (vi ricorda qualcosa il film “Tutti insieme appassionatamente”?).

Tra fine ottocento e inizi del ‘900 frequentarono la valle nomi illustri come l’imperatrice Elisabetta d’Austria (meglio nota come Sissi) e il cancelliere di ferro Otto von Bismark e moltissimi scrittori come Thomas ed Heinrich Mann o Franz Kafka e persino l’arciduca Ferdinando d’Asburgo.

La valle era una rinomata località termale: c’erano ben nove bagni e ancora oggi ne rimane il ricordo in nomi di località come i Bagni di Mezzo (Mitterbad) che si diceva fossero i più rinomati del Tirolo.

Una importante testimonianza dei personaggi passati per la valle ci viene fornita da Villa Hartungen. La casa, che prende il nome dal medico che nella seconda metà dell’800 diede forte impulso ai Bagni in valle, fu a lungo un sanatorio e vide frequentazioni illustri. Personaggi come Sigmund Freud, Thomas Mann, Cesare Lombroso, Franz Kafka frequentarono la casa.

Interessante la storia del dottor Cristoph Hartung von Hartungen. Nato a Vienna nel 1849 e morto a Terlano (BZ) nel 1917, proveniva da una famiglia originaria della Turingia che diede i natali a ben 16 generazioni di medici, tra cui un Cristoph Hartung, nonno del medico di cui stiamo parlando, che fu il primo omeopata attivo a Salisburgo e in Lombardia, dove nel 1841 curò il maresciallo Radetzky. A partire dal 1888 suo nipote omonimo dirige, nell’allora austriaca Riva del Garda, il “Sanatorium Dr. Von Hartungen”, da lui fondato che ben presto diventerà famoso in tutte le terre asburgiche. Precorrendo i tempi, il dottore curava con terapie naturopate, con la dieta, con il clima,  l’attività fisica, il tutto in totale assenza di stress e di sostanze stimolanti. Per sfuggire al caldo viene allestita una sede in mezzo ai boschi, dove calma e relax non possono mancare: il nuovo sanatorio è Villa Hartungen, in Val d’Ultimo.  Oggi è Bernardette Schwienbacher a gestire la Villa dove è possibile soggiornare e fare corsi (https://www.therapie-bz.com/it/).

Ma le fonti riportano notizie della valle in tempi ben più antichi, basti pensare che le sei chiese presenti sul territorio risalgono tutte (salvo rimaneggiamenti recenti) al basso medioevo.
Ancora oggi quando si sale da Lana prima di San Pancrazio si vede sulla sinistra quello che rimane del Castello d’Ultimo (Eschenlohe): nell’anno 1492 l’imperatore Massimiliano d’Austria diede la giurisdizione della valle ai Conti Trapp i cui discendenti fino a pochi anni fa erano proprietari del Castello di Ultimo o di Eschenlohe.

Il Maso

Parlando di passeggiate abbiamo accennato al “sentiero dei masi” (Hofeweg), ma cosa sono i masi?

Il maso è sostanzialmente un’azienda agricola autosufficiente costituita da una proprietà fondiaria, una abitazione (o più abitazioni) e, in genere, stalla e fienile. La maggior parte dei masi oggi riconosciuta  è di tipo “chiuso”. Al censimento del 2010 in Alto Adige si contavano circa 20.000 masi di cui più di 13.000 chiusi. Il maso chiuso è un istituto tipico dell’Alto Adige e più in generale di tutto il Tirolo. Consiste in una azienda a carattere agricolo e forestale-pastorale comprendente una casa di abitazione, che non si può ridurre con vendite parziali ma si deve trasmettere intera tramite un atto tra vivi o per successione a un solo erede preferito. Questo istituto preservava dalla frammentazione delle proprietà e storicamente è stato un argomento molto dibattuto. La normativa attualmente in vigore è una legge provinciale 2001. La Provincia Autonoma di Bolzano regolamenta il maso chiuso che deve essere riconosciuto da una apposita commissione e la Corte Costituzionale ha stabilito con varie sentenze che la competenza giurisdizionale della Provincia sui masi chiusi può riguardare anche norme processuali.

masi della Val d'Ultimo

L’attribuzione “maso avito” (Erbhof) onora quelle famiglie che da almeno 200 anni, e quindi per numerose generazioni, sono rimaste nel maso per via ereditaria diretta. Il maso deve essere un maso chiuso e il proprietario deve abitare nel maso e coltivarlo

Le tre cime più panoramiche

Se amate le camminate e volete apprezzare la Val d’Ultimo dall’alto ecco tre proposte per un panorama a metà valle (cima del Sasso), verso la fine (Colle Largo) e alla fine (Chiodo). Le cime richiedono da un’ora e mezza a tre ore di cammino.

Monte Chiodo (Nagelstein 2.469 mt): dislivello circa 600 metri

Questa cima si trova a fondo valle; due le modalità per raggiungerla. La prima è quella di parcheggiare a Fontana Bianca dove finisce la strada e da qui prendere il sentiero 101 (o in alternativa seguire la mulattiera per la malga dei Pini, Fiecht Alm) che in mezzo al bosco vi farà velocemente raggiungere la malga dei Pini. Dalla malga dei Pini in poco più di un’ora (o poco meno se il passo è buono) si arriva, sempre grazie al segnavia 101 alla cima del monte Chiodo. Il percorso è tranquillo e fattibile. L’ultimo pezzo verso la cima, tuttavia, è un po’ insidioso perché il terreno è friabile. La vista ripagherà del cammino. Dal parcheggio ci si impiega circa un’ora e trenta.

La seconda via, per chi volesse fare un percorso più lungo, parte da Santa Gertrude ed è segnata con il numero 109. La partenza si trova a fianco della chiesa di Santa Gertrude e in questo punto l’altitudine è di 1.500 metri quindi il dislivello per la sommità del Chiodo è maggiore. La salita passa per una cima intermedia, il Gonnawand (2.000 metri circa) e poco dopo questa sommità ci si ricongiunge con il 101. Il percorso da Santa Gertrude è piuttosto impegnativo: due ore per i più allenati per percorrere in circa 3 km i 900 metri di dislivello. (Si veda post Instagram).


Colle Largo
(Breitbühel 2.287 mt): dislivello circa 800 metri

Ed ecco una “cima” non molto frequentata che regala grandi soddisfazioni a livello di panorama.  Il percorso parte da Santa Gertrude, a fianco del parco visite del Parco Nazionale dello Stelvio. Il sentiero da seguire è il numero 15 che sale abbastanza ripido in mezzo ai boschi e non presenta particolari difficoltà. La cima, pur non essendo particolarmente alta, offre un panorama di largo respiro sulla valle. E’ possibile effettuare il ritorno seguendo il sentiero n.15 fino alla Londai Alm (2.080 mt) e poi il n.16 fino a tornare sulla strada provinciale circa 2 chilometri prima di Santa Gertrude.

La cima del Sasso

La cima del Sasso (Peilstein 2.542 mt): dislivello circa 800 metri partendo dai “masi Sirmian”

Il percorso sicuramente più faticoso, ma forse anche più di soddisfazione dal punto di vista della camminata, è quello del “Sasso”. Potete ammirare questa cima quando siete a passeggiare sulla diga del lago Zoccolo: guardando in direzione del versante Nord si trova esattamente lì sopra, posto a dominare il lago. La partenza più classica per il cammino è quello dai masi Sirmian: un gruppo di case a cui si arriva partendo dall’inizio del paese di Santa Valburga. Dai masi si segue il sentiero n.10a e successivamente il n.10. Il cammino parte piuttosto ripido fino ad arrivare ad una delle malghe più alte della Val d’Ultimo: la Marschnell Alm (2.212 mt).

Qui si congiungono diversi sentieri alternativi a quello proposto che salgono da altri punti della valle e che possono essere presi in considerazione per il ritorno. Dalla malga parte lo stacco finale verso la vetta. La vegetazione si dirada, e piano piano il panorama fa bella mostra di sé

I Laghi

La Val d’Ultimo è una valle storicamente ricca di risorse idriche: sono circa 40 i laghi tra quelli alpini e quelli artificiali, oltre alle sorgenti e alle fonti curative utilizzate già nei secoli scorsi.

La Val d’Ultimo ha la particolarità di avere sul suo territorio 6 laghi artificiali, con annesse 6 centrali idroelettriche. Da sola la valle fornisce l’8% dell’energia idroelettrica dell’Alto Adige. Gli impianti furono realizzati tra il 1949 e il 1969, commissionati dalla STE (Società Trentina di Elettricità) e modificarono radicalmente l’aspetto della valle. Fu in questo periodo e a questo scopo che venne costruita la parte di strada provinciale da Santa Valburga a Santa Gertrude per collegare la parte più remota della valle.

Dopo il primo decennio di lavori la gestione passò alla neonata ENEL, dopo la nazionalizzazione del settore elettrico.

Per l’invaso maggiore, quello del lago Zoccolo vennero sacrificati parecchi masi che si trovavano in questa ampia zona della valle, non senza sollevare problemi con la popolazione residente.

Solo la realizzazione della diga di questo lago richiese 9 anni. Il lago Zoccolo è il terzo invaso, per grandezza, dell’Alto Adige.

La prima diga realizzata nei primi anni ’50 fu quella di San Pancrazio e del rispettivo lago di Alborelo, la seconda quella in testata di valle la diga del lago Verde che venne realizzata portando i mezzi in quota con le teleferiche in quanto non c’era, e tuttora non c’è, una strada che arrivi fin su. Il lago Verde si trova ad una altitudine di i 2.529 metri e viene raggiunto via sentiero o, per gli addetti alla manutenzione via cabinovia della società elettrica.

Ancora oggi gli investimenti sullo sfruttamento delle acque della Val d’Ultimo sono ingenti. Al momento è accesa la querelle su un nuovo impianto di pompaggio tra il lago di Quaira e il lago Zoccolo per sfruttare i 1.000 metri di dislivello. Al vaglio il progetto fortemente contestato per motivi ambientali, tra la popolazione residente, Alperia (l’attuale gestore delle centrali di Ultimo), il Comune di Ultimo e la Provincia di Bolzano. Se tali lavori partiranno dureranno circa 5 anni e segneranno un altro forte passo avanti nell’antropizzazione della valle.

Per quanto riguarda i tantissimi piccoli laghi alpini, dal lago Lungo ai laghi di Covolo, dal lago Seefeld al Falkomai…ognuno di loro ha caratteristiche e fascino unico, l’invito è a camminare e imbattersi in questi specchi d’acqua sarà una sorpresa impagabile.

La Val d’Ultimo in Estate

La montagna in estate è un’emozione continua. La Val d’ultimo offre circa 600 km di sentieri segnati e, dalle tranquille passeggiate attorno ai laghi, alle malghe, dalle cime più accessibili a quelle più insidiose, la scelta per le camminate è veramente vasta. Ma, che dire, anche semplicemente sedersi su una panchina a leggere contemplando il panorama in alcuni momenti risulta essere un ottimo toccasana.

Per salire in quota si può scegliere tra una molteplicità di mete che si dividono sostanzialmente in versante settentrionale e versante meridionale.

Il primo, denominato anche Catena del Gioveretto, si estende da Monte San Vigilio e l’Altopiano di Naturno a Ovest fino alle cime del gruppo Gruppo dell’Ortles e Cevedale a est. Questo versante divide la valle dalla vicina Val Venosta e nella parte più estrema dalla Val Martello, e la accompagna fin nel Parco Naturale dello Stelvio. Le cime sono generalemente sopra i 2.000 metri, per arrivare agli oltre 3.400 metri di cima Sternai e del Gioveretto.

Il versante meridionale è segnato dalla catena delle Maddalene e divide la Val d’Ultimo dal Trentino e, in particolare, dall’Alta Val di Non (o Val di Non di lingua tedesca) e dalla Valle di Rabbi. Da questo lato non si superano i 3.000 metri ma questo versante ha la caratteristica di salire molto ripido e per raggiungere le cime è necessario partire da quote relativamente basse.

Senza inerpicarsi e voler raggiungere cime è tuttavia possibile seguire il sentiero che su entrambi i versanti troviamo con il nome di Sentiero di Ultimo (“Ultner Talweg”) da San Pancrazio al Lago Zoccolo e con il nome di sentiero dei masi (“Ultner Höfeweg”) da Pracupola a Santa Gertrude. Questi sentieri formano un anello e permettono di scegliere la lunghezza della passeggiata. Solo il Sentiero dei Masi, se percorso nella sua interezza, rappresenta una camminata di più di 17 chilometri, per lo più in mezzo ai boschi e senza affrontare particolari difficoltà tecniche. Qualsiasi siano le passeggiate che si scelgono vale sempre la pena di essere accompagnati dalle mappe Tabacco: sempre aggiornate, sono un indispensabile strumento per orientarsi tra sentieri e mulattiere. I sentieri sono ovunque segnalati molto bene ed è sempre bene non abbandonarli. Seguiteci e a poco a poco vi sveleremo mete e passeggiate per tutti i gusti.

La Val d’Ultimo in Inverno

L’inverno in Val d’Ultimo è caratterizzato dalle poche ore di sole che riescono a filtrare, data la conformazione molto stretta della Valle e il suo orientamento. Per godere appieno delle ore di luce però è sufficiente salire allo Schwemmalm, il comprensorio sciistico che dagli anni ’80 è cresciuto fino a contare 25 chilometri di piste. La vista è spettacolare e mentre gli appassionati di sci da discesa possono lanciarsi su piste che salgono fino a 2.600 metri, i loro accompagnatori possono tranquillamente rilassarsi nei bar/ristoranti che si trovano in quota. Dalla località di Pracupola (Kuppelwies) è possibile servirsi dell’ampio parcheggio e utilizzare la cabinovia che in pochi minuti permette di superare un dislivello di circa 1.000 metri. Per maggiori informazioni sul comprensorio: http://www.schwemmalm.info/

Ma per chi ama i luoghi meno affollati ma non rinuncia allo sport,la valle offre un meraviglioso anello da fondo che immerso nei boschi, segue il torrente Valsura dal lago Zoccolo a Santa Gertrude. La pista da fondo è sempre ben tenuta e il tracciato, che resta per lo più in ombra, almeno fino a stagione inoltrata, si mantiene ben innevato…quando la stagione lo permette. Negli anni in cui la neve si fa inutilmente attendere, il panorama cambia radicalmente e in questo caso ci si sbizzarrire nella scelta delle passeggiate. Nel fine settimana si può percorrere la mulattiera per raggiungere la malga Flatschberg dove, su prenotazione, la cucina è aperta anche di inverno. Con la neve è una meta di sicuro divertimento anche per slitte e sci alpinismo.

La val d’Ultimo in Autunno

Lago Zoccolo in autunno

L’autunno è un momento magico per lasciarsi affascinare dai colori e per essere rapiti da giornate di sole che non hanno nulla da invidiare a tante giornate estive. I larici si infiammano e il caldo giallo dei loro aghi si alterna al verde dei cirmoli e degli abeti creando un’alternanza di colori da togliere il fiato. Al mattino l’umidità dal terreno sale lentamente creando una nebbiolina che fa pensare di essere immersi in una atmosfera irreale.

E’ il momento in cui si trovano meno turisti, le malghe sono ormai chiuse come pure gli impianti di risalita (o per lo meno in chiusura), e anche molti alberghi si concedono il meritato riposo e la calma regna sovrana. Se la stagione è stata buona ci si può ancora imbattere in qualche fungo nel bosco o raggiungere qualche cima.

Autunno con neve in Val d'ultimo
Shusterhutte – 1

Per le passeggiate resta l’imbarazzo della scelta: meteo permettendo, tutte le cime sotto i 3.000 metri sono in genere raggiungibili. Il sentiero dei masi, il lago di Fontana Bianca, i larici millenari, la chiesa di Sant’Elena sono invece tutte passeggiate per una vacanza slow, per godere dei colori e dell’atmosfera. E’ un periodo, come del resto la primavera, dove il meteo è in grado di sorprendere: neve a quote relativamente basse, neve ad alta quota (per effetti di colore nel panorama da non perdere), oppure caldo quasi estivo o ancora piogge torrenziali. Qualsiasi sia la prospettiva meteo le cose da fare e da vedere non mancano.

La val d’Ultimo in Primavera

La primavera è la stagione più mutevole e imprevedibile per eccellenza. Abbiamo visto neve a Pasqua, giornate estive in marzo, inizi di giugno con piogge gelide…insomma se volete passare in valle durante la primavera, siate pronti a tutto!

Quando la neve inizia a scomparire però il paesaggio inizia a colorarsi e il giallo del tarassaco (nei ristoranti viene fatto un menù per la “settimana del tarassaco”) o i delicati viola dei crocus invadono lentamente i prati. Spesso in buona parte della valle si trova ancora ghiaccio, il versante meridionale, in particolare, resta tutto l’inverno in ombra e questo fa si che il risveglio della natura sia più lento. Molti dei sentieri non sono percorribili e alcuni proprietari terrieri approfittano della stagione per tagliare alberi che finiscono sulle passeggiate più a bassa quota. Negli anni in cui le nevicate sono state più abbondanti è possibile sciare fino a Pasqua, in caso contrario gli impianti iniziano prima di Pasqua il periodo di chiusura che precede l’apertura estiva. In ogni caso in genere è un periodo molto tranquillo, nonché assolutamente imprevedibile!

Primavera in Val d'Ultimo

Cosa si può fare quindi in primavera? Se la neve lo permette, sciare (discesa o fondo che sia), passeggiare sempre e comunque: uno su tutti, il sentiero dei masi, almeno sulla via alta tra Pracupola e Santa Gertrude è in genere sempre percorribile. Una passeggiata ai larici millenari, visitare le bellissime ed antiche chiese della valle, così come i musei.

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